Manifestazione oss sospese. Ipab replica: “Tuteliamo gli ospiti. Gli stipendi? Scelta della cooperativa”

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Sullo sfondo l'Ipab Sant'Antonio e nel riquadro il presidente del centro servizi

La manifestazione di protesta andata in scena ieri a Chiampo, di fronte alla struttura Ipab Csa “Sant’Antonio”, ha ridestato il mai sopito tema d’attualità in tempi di pandemia sulla libera scelta di sottoporsi o meno alle dosi di vaccino anticovid, in relazione alle professioni in ambito sanitario.

In seguito alla esplicite istanze presentate dalle 10 oss (operatrici socio sanitarie) rimosse dall’incarico – se temporaneamente o definitivamente non è ancora noto -, la direzione del centro servizi assistenziali precisa la sua posizione in merito a questa spinosa vicenda. A parlare attraverso una nota alla stampa è il presidente Alessandro Tonin.

In risposta alla portavoce del sindacato Cub di Vicenza – la Confederazione Unitaria di Base -, viene precisato in sostanza che la struttura chiampese ha agito in nome della tutela dell’incolumità degli ospiti e per non rischiare di interrompere la campagna vaccinale interna, in caso fossero emersi nuovi casi di positività. E che le dieci operatrici sospese sono a tutti gli effetti dipendenti di una società esterna, una cooperativa con sede a Bologna. A quest’ultima, quindi, vanno rivolte le istanze su mancata retribuzione da un mese a questa parte.
“Noi abbiamo chiesto alla cooperativa esterna che gli operatori sociosanitari che essa ci fornisce per l’assistenza agli anziani di un piano della casa di riposo siano tutti vaccinati – precisa Tonin -. Questo in primo luogo per tutelare la salute dei nostri ospiti e di tutto il resto del personale, ma anche per permettere che siano svolte regolarmente tutte le attività ricreative e di socializzazione, che sono riprese a pieno ritmo proprio in virtù della conclusione della campagna vaccinale nella nostra struttura e che verrebbero nuovamente interrotte nell’eventualità di casi di positività. Detto questo, la questione della sospensione della retribuzione non è di nostra competenza, ma riguarda l’organizzazione interna della cooperativa, di cui gli operatori interessati sono dipendenti”.