Mine da cava al Durlo: attesi gli artificieri in contrada per smaltire il sospetto esplosivo

Ascolta l'audio
...caricamento in corso...

Sgradita sorpresa quella in cui si sono imbattuti i nuovi proprietari di un rustico datato a Durlo di Crespadoro, una vecchia abitazione di una contrada in procinto di essere sistemata e trasformata in seconda casa per le vacanze tra i monti e i boschi locali, come altre della zona. Durante lo sgombero dei materiali e mobilio all’interno della casa di recente acquisizione su più piani, gli incaricati della pulizia dei locali si sono trovati di fronte a dei “candelotti” sospetti, vale a dire del materiale esplosivo.

Credendo potesse trattarsi di dinamite o qualcosa di simile, per cautela gli “esploratori” per caso hanno abbandonato le sede e hanno chiesto aiuto alle forze dell’ordine, carabinieri in particolare. La “patata bollente”, dopo la messa in sicurezza dell’area, passerà ora in mano al nucleo degli artificieri probabilmente di Venezia, che si occuperanno di far brillare l’esplosivo in luogo sicuro.

L’episodio risale ai giorni scorsi. Il ritrovamento dei candelotti, probabili avanzi di materiale esplosivo utilizzato di solito nelle miniere, sarebbe avvenuto in contrada Troiani, località di fatto disabitata dalla popolazione locale dell’Alta Valle del Chiampo ma dove si trovano alcune proprietà utilizzate nel periodo estivo o nei weekend. Come riporta il Giornale di Vicenza nell’edizione odierna, una di questa sarebbe stata evacuata per precauzione, una volta venuti a conoscenza del pericolo, per quanto relativo, visto che l’immobile di fatto risulta abbandonato da parecchi anni.

Si tenderebbe ad escludere che si tratti di residuato bellico, più probabile che qualcuno in passato abbia lasciato in deposito i candelotti per poi dimenticarsene, visto che sarebbero rimasti a far compagnia alla polvere forze per decenni. Toccherà ai carabinieri della stazione locale il difficile compito di risalire all’origine della deposizione degli stessi, una missione tutt’altro che facile considerando il lungo tempo trascorso e l’assenza di testimoni in vita. Un occhio di riguardo è andato anche alle altre abitazioni della zona, una decina in tutto, parte delle quali riqualificate e altre in stato di abbandono.