Faida tra indiani: sequestrate armi bianche nella comunità. Trovati mazze e coltelli

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Mazze ferrate e da baseball, coltelli da macellaio e spranghe costituiscono il materiale definito come “armi bianche” sequestrato dai carabinieri della compagnia di Valdagno nel corso delle perquisizioni avvenute stamattina ad Arzignano e dintorni. I militari si sono presentati in diversi indirizzi per controllare 8 diverse persone, che sarebbero tutte facenti parte della numerosa comunità indiana dell’Ovest Vicentino, dando seguito all’attività di polizia giudiziaria.

A due di loro in particolare sono stati sequestrati gli oggetti atti ad offendere nel corso della spedizione avvenuta oggi e finalizzata anche a prevenire eventuali nuove “faide” all’interno delle famiglie della stessa etnia, di recente salite alla ribalta della cronaca per fatti di violenza che hanno scosso non poco la comunità locale.

Il riferimento più recente è al raid punitivo avvenuto poco più di una decina di giorni fa a Gambellara, dove due giovani di 19 e 24 anni sono stati presi di mira. Uno di loro era riuscito a fuggire saltando giù da una finestra della sua abitazione, mentre il più giovane è stato pestato a sangue fino a rischiare seriamente la vita. Si trova ancora ricoverato (e piantonato) all’ospedale San Bortolo e porterà probabilmente i segni permanenti dell’aggressione. Subita dal “branco”, composto sembra esclusivamente da extracomunitari regolari di origini asiatiche, in un presunto regolamento di conti tra famiglie per sgarri incrociati non ancora del tutto chiariti. E su cui investigano gli stessi rappresentanti dell’Arma del comando valdagnese.

Immediato pensare a un collegamento tra il fatto cruento della cittadina poco lontana da Arzignano e i controlli avvenuti stamattina nella città del Grifo. Gli investigatori incaricati delle indagini avevano evidentemente raccolto elementi utili per andare “a colpo sicuro”, dopo i 4 arresti già legati all’episodio conclamato recente. In casa di un 21enne (M.S. le iniziali) e di un 40enne (G.S.), entrambi originari dell’India, sono state sequestrate le mazze e gli altri strumenti considerati pericolosi. Potrebbero essere stati usati di recente, e non certo per attività sportive. Ma, soprattutto, avrebbero potuto provocare ancora sangue in caso di altre “repliche”.

Per i due connazionali è stata notificata una doppia denuncia, che vale a ben vedere di più delle mere notifiche formali, bensì come avvertimento per tutti coloro che sono coinvolti direttamente o indirettamente in queste vicende da sottobosco criminale. Il “fiato sul collo” che le forze dell’ordine stanno dimostrando intorno alla faida intestina nella comunità straniera lascia intendere che la conclusione sulle indagini è vicina.