Ha patteggiato 4 anni di carcere il pirata della strada che investì e uccise Angela Vignaga

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Il punto di via Broggia ad Arzignano dove la giovane liceale (nel riquadro) è stata mortalmente investita

Ha patteggiato una pena di 4 anni e 4 mesi di reclusione il carrozziere di Chiampo che investì (fuggendo poi) Angela Vignaga, la studentessa di 15 anni di Arzignano morta dopo essere stata travolta da un’auto pirata in a Castello di Arzignano nell’agosto del 2020, mentre portava il suo cane in passeggiata. Il responsabile fu rintracciato dalle forze dell’ordine dopo qualche giorno.

Come racconta Il Giornale di Vicenza, Luciano Vaccari – carrozziere di Chiampo di 56 anni difeso dagli avvocati Giuseppe Prencipe, Filippo Maggi e Riccardo Caniato – ieri in Tribunale a Vicenza davanti al giudice Antonella Toniolo ha patteggiato per omicidio stradale, fuga e frode processuale (aveva sistemato lo specchietto dopo l’incidente per sviare le indagini).

Gli è stata anche tolta la patente per tre anni e mezzo e dovrà dare alla famiglia della ragazza una prima tranche di risarcimento di quasi 600 mila euro. A tutelare genitori, fratelli e nonni della liceale ieri c’erano ieri in Borgo Scroffa gli avvocati Stefano L’Erario e Susy Codotto: hanno accettato l’importo a titolo di acconto sul maggior danno che ora sarà definito con l’assicurazione. Non si sono costituiti parte civile. Vaccari ha anche spontaneamente donato 30 mila euro all’associazione benefica “Il sorriso di Angela”, nata in ricordo della sedicenne. L’uomo quattro mesi dopo il fatto aveva anche scritto una lettera di scuse ai familiari della ragazza.

Studentessa del liceo Da Vinci di Arzignano, solare e impegnata, Angela Vignaga intorno alle 21,30 del 16 agosto 2020 stava camminando in via Broggia, poco lontano dalla sua abitazione, insieme al suo cane. Vaccari la investì con la sua Fiat Panda e scappò via: quando una persona di passaggio vide il corpo della ragazza riverso a bordo strada, era ormai troppo tardi.

Vaccari fu fermato due giorni dopo dai carabinieri del nucleo investigativo di Vicenza e della compagnia di Valdagno, che aveva svolto rapide e approfondite indagini con la collaborazione fondamentale della polizia locale di Arzignano.  Ad immortalarlo Vaccari al volante della Fiat Panda di colore bianco furono in particolare le telecamere di videosorveglianza di un privato, dalle quali si vedeva anche che viaggiava solo al momento dell’impatto. L’uomo davanti alle forze dell’ordine ammise le sue colpe, dicendo di aver sentito il colpo ma non ricordare e di essersi reso conto solo il giorno successivo delle conseguenze della sua azione. Fatto che però non lo portò a costituirsi, ma anzi riparò l’auto per non essere scoperto.