Rapina in villa, maxi-bottino di oltre un milione di euro: è tra i colpi più ingenti di sempre

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L'ingresso privato della Villa che porta al complesso residenziale che ospita la famiglia Pretto

Rimarrà negli annali della cronaca nera come uno dei colpi più redditizi della storia recente in Veneto quello andato a segno nella prima serata di lunedì ad Arzignano. Vittima la famiglia di un noto manager del settore conciario vicentino, con un bottino che supera il milione di euro di valore. A confermarlo sarebbe stato lo stesso amministratore delegato di Pasubio Concia Spa, Luca Pretto, intervistato dalla stampa locale.

A inorridire, anche se nessuno fortunatamente ha riportato conseguenza di natura fisica e la situazione si è risolta senza drammi, le modalità con cui la banda armata di pistole ha tenuto in scacco i componenti della famiglia Pretto. Marito e moglie e inizialmente solo uno dei tre figli presenti in quel momento, oltre a un inserviente, che alle 20.30 dell’altro giorno avevano appena terminato di cenare e non si aspettavano certo un’incursione da incubo nell’intimità della propria abitazione.

Con le indagini in corso condotte dai carabinieri della compagnia di Valdagno, emergono alcuni particolari mentre altre dinamiche rimangono sotto stretto riserbo da parte degli investigatori. A distanza di 36 ore dalla concitata rapina si conosce con più precisione la natura della refurtiva asportata: denaro contante, gioielli particolarmente preziosi e anche orologi di lusso di marca Rolex, come riporta un articolo odierno sul Giornale di Vicenza che stima in 1 milione e 300 mila euro il danno complessivo. Sotto minaccia, il capofamiglia avrebbe consegnato tutti i valori custoditi in casa.

I banditi che hanno fatto irruzione nell’abitazione di via Venezia sarebbero stati tre, a cui va aggiunto almeno un probabile quarto in attesa all’esterno della villa che si trova sulle colline di Arzignano. Avrebbero avuto accesso da una finestra sul retro senza necessità di forzarla, dopo essersi introdotti nella proprietà privata scavalcando il muro di recinzione. Una volta all’interno, hanno puntato dritto alla sala da pranzo, accertandosi che non ci fossero altri familiari in altre stanze prima di agire.

Secondo la versione raccontata alla testata locale, la figlia maggiore e l’anziana madre di Pretto giunte in un secondo momento in casa sarebbero state prese in consegna dai malviventi, con freddezza, e “invitate” a collaborare. Il tutto si sarebbe svolto in circa mezz’ora, una parentesi di tensione e terrore per le vittime della rapina, prima che l’imprenditore potesse poi dare l’allarme, seguendo alla lettera le indicazioni date dai delinquenti già in fuga. Dai primi elementi raccolti, si tratterebbe di una banda assai esperta proveniente dall’Est Europa, probabilmente dall’ex Jugoslavia. Di sicuro, però, qualcuno tra loro conosceva bene la zona e le abitudini della facoltosa famiglia presa di mira.