Pfas nel sangue, nell’Ovest vicentino per un paziente su due via al secondo screening

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L'area veneta dove la falda è più contaminata

Per quasi un vicentino su due – limitatamente agli 85mila dell’Ovest Vicentino interessati dal primo screening – parte la seconda fase del monitoraggio della Regione e dell’Usl 8 sui rischi e gli effetti degli Pfas nel sangue. Ieri a Lonigo negli ambulatori sono stati visitati i primi 4 pazienti, 14enni, si salirà via via di età raggiungendo le 30 visite al giorno. L’Usl 8 stima che il controllo e le visite aggiuntive coinvolgeranno fra il 40 e il 50 per cento dei pazienti già visitati nel primo screening.

Come noto, a fine gennaio era stato avviato un screening di I livello tra i residenti dell’area rossa che coinvolgerà complessivamente circa 85 mila soggetti fra i 14 e i 65 anni. Tra quanti hanno aderito o aderiranno, per chi presenta elevati livelli di Pfas nel sangue in combinazione con altri valori alterati – cardiovascolari o metabolici endocrinologici, quali possibili danni renali, alternazioni alla tiroide e diabete – è previsto un ulteriore screening di secondo livello, anche questo completamente gratuito, con una serie di ulteriori esami e terapie ed una presa in carico continuativa da parte del sistema sanitario regionale.

 

Ad oggi su circa 7.500 soggetti esaminati, sono 3.156 quelli rinviati ad una valutazione più approfondita, per la quale viene impiegato personale dedicato di Medicina Generale e Cardiologia. Di questi, 2.262 sono residenti nel territorio dell’Ulss 8 Berica, 543 sono utenti dell’Ulss 9 Scaligera, mentre i rimanenti 351 sono seguiti dall’Ulss 6 Euganea. Gli ulteriori esami sono sempre gratuiti. Si inizia dai più piccoli, così come si era iniziato dai 14enni per il primo screening. La presa in carico è continuativa, con la ripetizione degli esami ogni due anni, mentre i dati complessivamente raccolti consentiranno di valutare in che misura vi è un collegamento con tra le alterazioni rilevate e l’esposizione a Pfas. Lo screening di secondo livello è coordinato dal dottor Giampaolo Stopazzolo, con l’impegno di un’equipe dedicata composta da personale medico e infermieristico guidato dal dottor Giovanni Scanelli – direttore della Medicina Generale dell’ospedale S. Bortolo – per i medici internisti e dal dottor Claudio Bilato – direttore della Cardiologia di Arzignano e Valdagno – per gli specialisti in Cardiologia.