Rischia di rimanere asfissiato da un sacco di materiale in azienda. Salvato in extremis

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Lo stabilimento produttivo teatro dell'incidente "con lieto fine"

Ha rischiato seriamente la vita ma è stato dichiarato fuori pericolo il dipendente di una ditta di Madonna di Lonigo soccorso giovedì sera dal personale del 118. Ma che deve la vita, ancora prima che agli “angeli custodi” del Suem, a uno dei titolari e ai colleghi al lavoro in quei minuti concitati alla “Biasin srl“, in zona industriale artigianale.

A trovarsi in guai seri  è stato un giovane operaio asiatico di 26 anni, di nazionalità bengalese ma cresciuto nel Vicentino, rimasto in parte schiacciato da un sacco di materiale di scarto del peso di circa 100 chilogrammi. Stava andando incontro a sindrome da soffocamento dopo essere stato travolto, in un angolo del capannone in quel momento senza altri lavoratori al suo fianco.

L’episodio risale alla prima serata di giovedì, intorno alle 22.30 nel corso del turno serale, ed è avvenuto nello stabilimento di produzione di una storica azienda attiva da quasi 70 anni, esperta in stampaggi plastici e che dà lavoro a una trentina di dipendenti. Gestita dai fratelli Biasin, ha visto proprio una dei titolari intervenire – e di fatto salvare – in soccorso del ragazzo intrappolato. A dar notizia di quanto avvenuto, all’indomani dell’incidente sul posto di lavoro nella sede di via Natta, sono stati i portavoce dei sindacati Filctem Cgil e Femca Cisl, Stefano Garbin e Alberto Selmo.

“È con profonda costernazione – è il testo della nota congiunta delle due sigle – che abbiamo appreso dell’ennesimo grave incidente sul lavoro che ha coinvolto un operaio originario del Bangladesh. Il giovane è stato colpito da un carico caduto dall’alto, dalle informazioni  conosciute il lavoratore non è fortunatamente in pericolo di vita. Sono in corso di accertamento la causa e la dinamica dell’incidente; quanto accaduto al lavoratore ci fa riflettere ancora una volta come sulla salute e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro si investa e si faccia ancora troppo poco per diffondere e consolidare una cultura della prevenzione e un efficace sistema efficace di riduzione dei rischi connessi alle attività lavorative. Esprimiamo al lavoratore la nostra vicinanza e solidarietà”.

Il 26enne, in stato di semi incoscienza, una volta liberato del peso che lo comprimeva, ha ripreso gradualmente a respirare in autonomia seppur a fatica, fino all’arrivo dei sanitari. Dopo aver prestato le prime cure necessarie nello stabilimento, i paramedici lo hanno trasportato in ambulanza al San Bortolo di Vicenza, dove è stato ricoverato nel corso della notte seguente. Gli esami diagnostici avrebbero escluso lesioni interne e non sarebbero state riscontrate fratture gravi: la prognosi, rimasta riservata nelle prime ore, è stata fissata successivamente in 25 giorni e consiglia un periodo di riposo, per rimettersi in sesto sul piano fisico e per dimenticare il grande spavento. E, magari, anche ringraziare non solo chi lo aiutato a sopravvivere all’incidente ma anche il destino o chi per esso.