L’ecocentro fai da te era abusivo. Scovato da un elicottero e smantellato da Fiamme Gialle

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Guardia di finanza al blitz in un deposito abusivo sui colli

I finanzieri di Arzignano hanno smantellato nei giorni scorsi un’attività abusiva di raccolta di rifiuti e materiali metallici non autorizzata, a Montorso. Una sorta di “ecocentro fai da te” che concentrava rame, vetro, plastica, cavi, bobine e componenti elettronici, scarti di cantiere e altro per svariate tonnellate. Nei guai è finito un 43enne vicentino, proprietario del deposito e del cortile dove erano stoccati i materiali suddivisi per tipologia. Oltre a commerciare abusivamente, l’uomo non pagava un tributo speciale denominato “ecotassa”, dovuto alla Regione anche da chi esercita l’attività di discarica o abbandona, scarica o effettua il deposito incontrollato di rifiuti.

Le Fiamme Gialle arzignanesi avevano inquadrato nelle loro indagini preliminari il soggetto sospetto, ma l’ubicazione del deposito in collina e circondato da una fitta vegetazione rendevano ardui gli accertamenti diretti e appostamenti preventivi. Pertanto, si è reso necessario l’utilizzo di un elicottero del reparto operativo aeronavale di Venezia che ha sorvolato l’area. Una ricognizione dall’alto rivelatasi fondamentale, permettendo così di raccogliere immagini utili come prove per far scattare il blitz dopo il nulla osta della Procura di Vicenza.

Il 43enne V.G., che vive a fianco dell’area adibita ad “ecocentro fai da te”, sembra si dedicasse a questa attività in maniera esclusiva, ricavando dei profitti. Vista la natura di una parte dei materiali ritrovati – e sequestrati -, si ipotizza che la provenienza possa essere di natura furtiva e verifiche sono in corso in questa direzione.

Tra i rifiuti sequestrati parti di illuminazione stradale e industriale, pezzi di componenti di motore in metallo, batterie per autoveicoli, neon, plafoniere, forni a microonde, frigoriferi, lana di roccia, lattine, parti di bicicletta, cavi e componenti elettrici, calcinacci, laterizi, bobine di rame e materiale di varia natura (metallo, plastica, vetro, carta, legno, polistirolo), in parte sfuso e in parte raccolto in appositi recipienti di plastica di grande capienza.

Attraverso l’analisi dei dati contenuti nel telefono smartphone dell’indagato i finanzieri contano di ricostruire la rete di affari illeciti conclusi in questi mesi, o forse anni, risalendo a complici, fornitori e dinamiche esatte del commercio abusivo.