Piscina chiusa, querelle infinita tra Comune e vecchia gestione. Chiesti 7 milioni di indennizzo

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Nuova puntata a suon di carte bollate della querelle ormai plueriennale che vede in causa il Comune di Arzignano – ente pubblico locale proprietario del centro natatorio che sorge in via dello Sport in città – e la società Spvul5, in qualità di società privata che aveva gestito le “piscine comunali” in seguito all’aggiudicazione del bando di concessione. La Srl con sede ad Arzignano, già sottoposta a procedimento e citata in giudizio, dopo aver comunicato un mese fa la rescissione unilaterale del contratto, avrebbe negato la “restituzione delle chiavi dell’impianto” agli incaricati del Comune.

E’ proprio il Comune a rendere nota l’ultima novità sulla vicenda, un braccio di ferro a suon di polemiche sorto in tempi di pandemia con altri interlocutori (la Gis) e che non ha ancora trovato epilogo. Tra bollette non pagate, visite di ufficio Igiene dell’Ulss 8 e della Guardia di Finanza e “appuntamenti” periodici in Tribunale. Notizia odierna diffusa unitamente alla richiesta da parte dell’ex gestore di un indennizzo milionario.

Si parlerebbe in totale di 7,1 milioni di euro, dei quali 2,7 milioni a titolo di risarcimento economico perentorio e gli alti 4,4 da saldare per un mutuo insoluto che secondo l’ex gestione dovrebbe “passare di mano” alla proprietà effettiva degli impianti sportivi. Locali interni che comprendono oltre alle vasche per il nuovo anche altri locali per il fitness e il relax, frequentati settimanalmente da centinaia di utenti dell’area Ovest Vicentino. Ma, di fatto, da qualche tempo chiusi al pubblici, tanto che dal Comune si ipotizza l’interruzione del pubblico servizio, con possibili nuove denunce nell’arco.

Il 25 di settembre dell’anno in corso, attraverso una lettera giunta in Comune, la Spvul Srl comunicava per punti l’impossibilità di pagare i 4,4 milioni di euro di mutuo che aveva contratto nei confronti di ICS (Istituto Credito Sportivo); la rinuncia e il recesso unilaterale dalla concessione dell’impianto e la sospensione delle attività a partire dal 31 ottobre 2023; la richiesta del pagamento di circa 7,1 milioni di euro a carico del Comune; la volontà di non restituire gli impianti al Comune fino al pagamento delle somme richieste. Un “poker” di richieste messo sul tavolo che ha suscitato la contestazione di ogni punto da parte degli amministratori arzignanesi.

Se per legge il Comune sarebbe costretto a subentrare al pagamento delle rate scadute ed ad accollarsi l’intero mutuo, la questione non sarà affatto chiusa nei brevi termini, con il rischio effettivo che gli utenti delle piscine “rimangano all’asciutto” per mesi, vale a dire fino almeno alla primavera del 2024. La nota della giunta in merito specifica che “inoltre dalle verifiche condotte, in carico del gestore Spvul5, sono emerse diverse irregolarità evidenziate dalla stessa Agenzia delle Entrate con nota 20.11.2023. In data 4 ottobre 2023 il Giudice del Tribunale di Vicenza ha disposto la verifica dello stato di fatto dell’immobile (perizia necessaria per quantificare lo stato di qualità e regolarità delle piscine) e ha nominato un Ctu che dovrà rendere la valutazione entro il prossimo 15.5.2024. Il Comune inoltre sta affrontando una citazione che chiede di determinare l’applicabilità del recesso e la quantificazione dell’indennizzo. L’udienza è prevista per l’11 aprile 2024″. Per recuperare gli impianti, il Comune deve attendere l’esito di questi procedimenti.

L’aerea esterna utilizzata in estate

Il sindaco Alessia Bevilacqua e la giunta hanno dichiarato infine che “il Comune si sta adoperando in tutti i modi possibili per riprendere il possesso dell’impianto comunale e procedere di conseguenza all’individuazione di un nuovo gestore che permetterà la riapertura delle piscine”.