Rigoni Stern, dopo Asiago c’è Venezia: “Sarò il candidato di tutto l’Altopiano”

Lo hanno corteggiato e alla fine ha ceduto. O forse doveva semplicemente accadere. Per un “animale politico” – così come lo ha definito in un emozionato endorsement il collega primo cittadino di Rotzo, pur di sensibilità politica più affine al centrosinistra – come Roberto Rigoni Stern, l’annuncio della discesa in campo per le prossime regionali sotto il vessillo di Forza Italia, non poteva che essere il giusto coronamento di un percorso. Chiamato ad unire un territorio troppo spesso diviso, più impegnato a guardarsi in cagnesco che a cercare una quadra in nome della buona politica. E se l’avvocato, ormai figura indiscussa della politica asiaghese dell’ultimo ventennio, riuscirà nell’intento, lo decreteranno proprio quelle urne che troppo spesso l’altopiano hanno escluso.

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La scelta di candidarsi con Forza Italia è stata definita un ritorno alle origini. Cosa ha ritrovato oggi in quel partito che l’ha convinto a fare questo passo, e cosa invece intende portare di nuovo, come contributo personale e territoriale? 
Mi sono sempre considerato un moderato, un uomo di centro, con un riferimento forte a quella Democrazia Cristiana che sapeva governare il territorio con sensibilità e attenzione verso tutti ma, soprattutto, con un’esperienza tramandata dai “vecchi” ai nuovi amministratori. Esperienza che ho avuto la fortuna di poter maturare nelle liste civiche comunali in oltre vent’anni di gestione attiva della mia Città. Sottolineo con orgoglio che i miei concittadini mi hanno rieletto sindaco per la terza volta con l’80% dei consensi. Questo risultato ha un significato: l’aver sempre ascoltato le istanze di tutte le parti della popolazione, indipendentemente dalle loro appartenenze e dalle ideologie ed aver contribuito a far crescere economicamente, socialmente e culturalmente Asiago e l’Altopiano mi ha premiato. Ecco: adesso vorrei continuare con questo approccio applicandolo al governo del Veneto aiutando la mia gente dalla regione. Volendo parafrasare un famoso proverbio, mi verrebbe da dire che “se il Veneto non va alla Montagna, allora la Montagna va al Veneto”…

Ha indicato la sanità come tema centrale del suo impegno. Quali sono le azioni concrete che vorrebbe portare in Regione?
La sanità pubblica è un diritto sacrosanto di tutta la popolazione. Anche le fasce più deboli economicamente devono poter contare su servizi sanitari efficaci e in tempi brevi. Le risorse economiche pubbliche ci sono e devono essere orientate con maggior oculatezza, evitando di obbligare i cittadini a rivolgersi alle alternative private. Stiamo parlando del benessere delle persone: gli ospedali di montagna rappresentano il servizio più importante per chi vive in quota. L’ospedale di Asiago è un esempio virtuoso che richiede ancora degli interventi che lo rendano una certezza anche in futuro. E così dev’essere anche per tutti gli altri nosocomi delle aree disagiate della nostra regione. E poi, sicuramente, nel prossimo mandato dovremo puntare sulla riduzione delle lista d’attesa e sulla riorganizzazione sanitaria mediante un potenziamento dei servizi che possa rendere più veloci le prestazioni.

La sua candidatura nasce dall’Altopiano, ma l’Altopiano è fatto di sensibilità diverse, anche ideologicamente. Intende farsi interprete di tutte queste anime, e se sì, come pensa di rappresentarle? 
Sono convinto che la popolazione dell’Altopiano abbia capito che le divisioni non portano a nessun risultato utile, visto che in passato – con il voto polverizzato in più candidati – mai l’altopiano ha espresso un proprio rappresentante in Regione. Questa volta, anche grazie al voto disgiunto, sarà possibile votare per il proprio partito esprimendo la preferenza per un candidato ed assegnare il voto di preferenza per un candidato presidente di regione appartenente a una lista diversa. Con ciò voglio dire che la preferenza a me, a fianco al simbolo di Forza Italia, non esclude un voto al candidato presidente dell’altra lista. Logicamente, auspico che vinca Stefani ma il voto disgiunto può spingere molti dell’area di centro sinistra ad esprimere un voto “utile” alla mia persona permettendo l’elezione di un consigliere regionale che sia espressione di tutto il territorio. Ricordo che sull’Altopiano votano 12 mila persone e che io mi sono messo a disposizione per portare le istanze di tutti cittadini a Venezia, a prescindere dalla loro appartenenza politica.

La montagna oggi è alle prese con lo spopolamento, la difficoltà di mantenere servizi essenziali e la necessità di restare attrattiva per giovani e famiglie. Quali sono, secondo lei, le leve più urgenti da attivare per invertire questa tendenza? 
Agevolare i cittadini che vivono nella montagna attraverso finanziamenti dedicati al loro sostegno, penso, ad esempio, alle imprese giovanili, alle famiglie, alle persone che quotidianamente sono costrette a recarsi in pianura per motivi di lavoro, alle giovani coppie che vogliono costruirsi una casa. Serve elaborare nuove forme di incentivi per poter garantire che i cittadini della montagna possano continuare a vivere in montagna.

Ha sempre rivendicato una posizione equidistante dai partiti e una forte autonomia di pensiero. Come pensa di conciliare questa libertà con eventuali ordini di scuderia che arrivassero dal partito o dal centrodestra regionale? 
Sono sempre stato un uomo libero, sia quando ero tesserato al partito – nel 1995 ho fondato uno tra i primi club di Forza Italia della provincia di Vicenza – sia quando sono rimasto per anni un sindaco “civico”. Negli anni ho ricevuto proposte di tesseramento da decine di forze politiche ma sono rimasto coerente con i miei ideali. Continuerò ad esserlo dall’interno di un partito in cui il dialogo e il confronto sono l’essenza del suo stesso esistere. Nell’approccio con i cittadini non cambierà nulla perché cercherò, come sempre, di mettere in primo piano le loro istanze rispetto agli interessi di parte. E poi, non credo vi sia in Veneto uno spirito più libero di Flavio Tosi, che considero un vero leader ed a cui sono riconoscente per avere, da assessore alla sanità del Veneto, reso possibile lo stanziamento di ben 38 milioni di euro per la realizzazione del nuovo ospedale di Asiago.

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