Vitella sbranata in Altopiano. Confagricoltura denuncia: “è una carneficina”

Ascolta l'audio
...caricamento in corso...
Un'immagine della carcassa ritrovata al mattino. (Foto di Francesco Pagiusco)

Un altro capo di bestiame è caduto sotto gli artigli dei lupi. Stavolta si tratta di una giovane vitella, sbranata nei giorni scorsi sulla Piana di Marcesina, gettando nello sconforto gli allevatori altopianesi e rinfocolando l’acceso dibattito sulla presenza dei branchi di predatori nei boschi. A questa notizia si aggiunge il recente raid in località Sasso, con una decina fra agnelli e pecore dilaniati. Secondo i dati di Confagricoltura sarebbero circa 170 le bestie azzannate e uccise nella zona montana nel corso del 2018, dunque in pochi mesi e in pratica una al giorno in media. Prende posizione l’organizzazione sindacale del settore, a tutela degli allevatori, che definisce come una carneficina il fenomeno in corso: “è tempo di pensare a misure più efficaci di contenimento e di controllo”.

Sugli alpeggi cresce il malcontento e si studiano altre misure per contenere il fenomeno, acuitosi a quanto parrebbe nell’ultimo periodo. Un problema che da periodico sembra essere divenuto sistematico, insostenibile in particolare per i produttori e gli allevatori impegnati in aziende di medio piccole dimensioni. Ad alzare la voce sul tema spinoso è Massimo Cichellero, direttore di Confagricoltura Vicenza: “ancora in aprile avevamo espresso la nostra preoccupazione per la presenza del lupo in Altopiano – sottolinea -. Siamo veramente amareggiati nel vedere che continuiamo a subire danni senza che vi siano certezze che garantiscano il proseguo delle nostre attività. Le stime parlano di 170 bestie sbranate in questa stagione. Un numero abnorme, che capire come la situazione sia ormai fuori controllo”.

Nessun deterrente, almeno finora, si è dimostrato una soluzione definitiva alle razzie di bestiame notturne. “I sistemi di recinzione e i cani da guardia poco possono contro gli attacchi del lupo, come dimostrano le esperienze di aziende agricole. È tempo di pensare a misure più efficaci di contenimento e di controllo, tenendo in considerazione le esigenze degli allevatori di montagna. Una convivenza tra uomo e lupo non si può neanche ipotizzare, in quanto rischia di mettere a repentaglio la fragile economia dei territori montani che, fino ad oggi, hanno garantito la vivibilità nell’area”.

Confagricoltura di Vicenza ricorda che il sistema d’alpeggio è un’importante voce economica per l’altopiano di Asiago, che dà impiego a centinaia di persone e garantisce reddito agli allevatori con la produzione di latte di alta qualità e di formaggi doc e dop: “Tutelarlo e averne cura dev’essere l’obiettivo principale di tutta la comunità”.