Covid-19, Zaia presenta il piano per l’autunno e scarica Crisanti per far posto a Rigoli

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Il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, h presentato oggi alla stampa il piano di sanità pubblica anti-Covid per l’autunno, che vale 81 milioni di euro e che mette nero su bianco l’esautorazione del professor Andrea Crisanti, responsabile dell’unità di microbiologia dell’Università di Padova, artefice dell’isolamento e del tracciamento a tappeto degli abitanti di Vo Euganeo e delle ricerche correlate che – insieme alla strategia messa in campo al sistema di sanità regionale – hanno consentito al Veneto di non fare la fine della Lombardia in quanto a morti e contagi.
Zaia ha infatti oggi annunciato che il nuovo coordinatore Covid per tutte le Ulss del Veneto e le 14 strutture di microbiologia sarà il dottor Roberto Rigoli dell’ospedale Cà Foncello di Treviso: a lui faranno capo le decisioni e gli acquisti di tutta la sanità veneta per il coronavirus, mentre l’Università di Padova rimarrà solo il centro di riferimento regionale per la processazione dei campioni. “Auguro buona fortuna ai veneti – aveva detto polemicamente Crisanti nei giorni scorsi al Mattino di Padova -. Questa è la conferma che il mondo va al contrario. L’ospedale di Treviso non solo ha fatto pochissimo lavoro di analisi durante l’epidemia, ma ha registrato un numero altissimo di infezioni. Evidentemente è così che vengono definiti gli standard qui. Ed è disarmante che presupposti valori di fedeltà prevalgano sulla salute pubblica. Se lo riterrò necessario, disubbidirò, non esiste ordine o legge che mi possa impedire di andare contro i valori scientifici. Qui ci sono molte cose che vanno a rovescio e alcune di queste mi ricordano il motivo per cui me ne sono andato dall’Italia per lavorare in un paese in cui le bugie dei singoli e dei politici vengono considerate un delitto, non come qui”.

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Pubblicato da Luca Zaia su Venerdì 7 agosto 2020

Il piano per l’autunno

Con linguaggio bellico e colorato, Zaia ha definito più volte il piano d’azione per l’autunno-inverno “l’artiglieria pesante”, che dovrà fronteggiare  ogni eventualità di ritorno importante del Covid-19 e che è stato approvato dalla Giunta regionale, dopo l’avallo del proprio Comitato Scientifico.

Il documento delinea un rafforzamento a 360 gradi dell’organizzazione sanitaria e territoriale in tema di prevenzione e cura e prevede sei “macroaree”: i Dipartimenti di Prevenzione per le attività di sanità pubblica finalizzata alla prevenzione, monitoraggio e contenimento dell’epidemia; la capacità diagnostica delle rete dei laboratori di microbiologia anche con l’integrazione di nuovi test disponibili sul mercato; l’assistenza sanitaria territoriale per la presa in carico a domicilio; la rete dell’emergenza-urgenza (118 e Pronto Soccorso); l’assistenza ospedaliera per i casi più gravi che richiedono il ricovero in terapia intensiva, subintensiva, e in malattie infettive; il massimo utilizzo dei sistemi informativi regionali e di biosorveglianza per il monitoraggio dell’epidemia.

“Nei mesi scorsi – ha detto il Presidente – abbiamo guardato in faccia il virus, abbiamo acquisito esperienza, conoscenza e capacità organizzativa grazie al lavoro di una squadra eccezionale. Adesso mettiamo a frutto il tutto con un Piano che non lascia nulla al caso. Avremo una diagnostica ancora più celere con una capacità giornaliera di 32 mila tamponi, cui aggiungere i nuovi test rapidi e la nuova tecnica del pooling grazie alla quale si è in grado di processare più tamponi in un’unica provetta utilizzando una sola dose di reagente. Un fattore fondamentale per l’autunno-inverno, quando dovremo affrontare il probabile sovrapporsi dell’influenza stagionale e dell’eventuale Covid con molti sintomi simili e garantire a tutti la diagnosi. Gli ospedali sono pronti ad affrontare situazioni pesanti con tutte le dotazioni potenziate e il territorio è rafforzato con le Unità Speciali di Continuità Assistenziale e il ruolo insostituibile dei medici di medicina generale ai quali sarà affiancato un infermiere di famiglia ogni 4 medici di medicina generale”.

Particolare attenzione viene posta all’aspetto territoriale, nell’ambito del quale si conferma la validità del modello Veneto delle cure primarie, organizzato in medicine di gruppo integrate, e della sua evoluzione in team di assistenza primaria. Sul piano ospedaliero sono previsti corposi investimenti: 81,9 milioni per il potenziamento di posti letto e strutture; 16,1 milioni per i Pronto Soccorso.