Multe pagate ai Rom? La Caritas non ci sta, “è falso”

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Don Giovanni Sandonà

Dopo essere entrata nell’occhio del ciclone a seguito della notizia diffusa da alcuni media nazionali, secondo cui la Caritas nel Nord Est Vicentino “Paga le multe ai rom”, l’ente ecclesiale diocesano ha smentito seccamente quanto diffuso da diversi giornali. “Da nostri accurati controlli non risulta” afferma in un comunicato Don Giovanni Sandonà, direttore Caritas Vicentina.

L’istituto di promozione della carità in particolare ha denunciato “la malafede dei titoli, oltre all’ennesima strumentalizzazione ideologica completamente infondata. Infatti le affermazioni stesse del Comandante della Polizia Locale Nord Est Vicentino Giovanni Scarpellini – ha proseguito Sandonà – contenute nell’articolo originario, non parlano di Caritas ma più genericamente di ‘associazioni caritatevoli’, come lo sono tante altre”. Il titolo incriminato infatti è molto specifico e si riferisce esplicitamente alla Caritas, mentre le dichiarazioni del Comandante Scarpellini sono più generiche, riferite appunto ad associazioni caritatevoli, “come possono esserlo anche la Papa Giovanni 23, l’Operazione Mato Grosso, le Conferenze di San Vicenzo e tante altre” ha specificato Sandonà.
Per confutare queste affermazioni dunque la Caritas Vicentina ha svolto precisi controlli, dai quali è risultato che per una sola famiglia, seguita d’intesa con i servizi sociali, la tutela minori e le istituzioni scolastiche e all’interno di un patto di diritti-doveri, si è provveduto negli ultimi tempi al supporto materiale nell’effettuazione di un versamento presso un ufficio postale (bollettino n. 13561). Pagamento effettuato dalla famiglia stessa e ad essa intestato.
“Quando Caritas diocesana  si assume la titolarità di percorsi di inclusione sociale – ha concluso Sandonà – che possono riguardare cittadini italiani di origine veneta o comunque presenti regolarmente nel nostro territorio, lo fa alla luce del sole e d’intesa con i comuni coinvolti, le scuole e i servizi a tutela dei minori, evitando in ogni caso forme di assistenzialismo fine a se stesse che negano la dignità delle persone e sono solamente diseducative”.