Il Soccorso Alpino fa il pieno all’Auditorium

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E’ stato un autentico successo l’appuntamento organizzato dal Gruppo Escursionisti Maranesi venerdì sera, invitando all’auditorium comunale Giorgio Cocco, rappresentante del Soccorso Alpino e Speleologico Veneto. Una serata dedicata a conoscere l’universo degli uomini che in caso di pericolo vanno a recuperare coloro che si trovano in difficoltà in montagna, cui hanno partecipato circa 200 persone.

L’appuntamento è stato particolarmente interessante poiché del Soccorso Alpino si conoscono veramente poco le dinamiche. Sono volontari? Da chi dipendono? Quando possono intervenire? Tutte domande cui ha risposto il vice delegato dell’11° delegazione “Prealpi Venete” Giorgio Cocco, una vita passata tra le fila dei soccorritori. Tematiche particolarmente interessanti anche in virtù del crescente sviluppo che sta avendo il turismo montano un po’ in tutto il Nord Italia, con conseguente aumento degli interventi del Soccorso Alpino, sempre più chiamato a risolvere situazioni di persone che si trovano ad essere in difficoltà in montagna.

Il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico è presente in tutte le regioni d’Italia con circa 7mila volontari, e dal punto di vista formale è categorizzato come una branca del Club Alpino Italiano. Si noti che tutti i ragazzi che spesso mettono a repentaglio anche la loro vita per salvare quelle degli altri sono volontari, e non percepiscono nessun tipo di retribuzione. Persone con un altissimo livello di preparazione, che prima di potersi dire a tutti gli effetti soccorritori devono passare un anno intero a fare gli “spettatori” di operazioni sul campo, per poi seguire un altro anno di corsi molto selettivi, dovendo infine superare esami teorici e pratici.
In sostanza il CNSAS è un corpo a supporto tecnico dei sanitari in territori impervi e difficili da raggiungere, chiamato dal Suem 118 ogni qual volta si presenta un’emergenza. In Veneto ci sono circa 750 soccorritori divisi in varie delegazioni. Quella che agisce nel vicentino è l’11°, che comprende anche Verona e Padova, per un totale di circa 170 volontari. Nella Provincia berica ci sono poi quattro stazioni operative: Asiago, Arsiero, Schio, Valdagno-Recoaro. Ognuna delle quali deve avere per 365 giorni all’anno tre numeri di soccorritori sempre reperibili, in modo da essere pronti a scattare per andare a salvare la vita di chi è in difficoltà in montagna.
Una vera e propria perfetta macchina organizzativa di angeli sulle spalle di chi va a cercare un po’ di svago sui monti, che solo l’anno scorso ha effettuato in Veneto mille interventi di soccorso risolvendo altrettante situazioni critiche. “Un modello che ci invidiano all’estero – ha detto con orgoglio per concludere Giorgio Cocco – e che per tanti aspetti viene ripreso anche da altri Paesi europei”.
Un lavoro silenzioso che molti danno per scontato, ma che in realtà ha alle spalle centinaia di ore di formazione curata sin nei più minimi dettagli.