Superstrada Pedemontana, faccia a faccia fra Zaia ed espropriati: il video

Ascolta l'audio
...caricamento in corso...
Il tracciato della Spv (foto di geograficamente.wordpress.com)

Faccia a faccia fra il presidente della Regione e gli espropriati della Spv, la superstrada Pedemontana Veneto. Questa mattina Luca Zaia, a Caldogno per l’inaugurazione del bacino di laminazione sul Timonchio, è stato fermato da alcuni residenti del Bassanese, proprietari di terreni espropriati dal Consorzio Sis, che sta realizzando l’autostrada a pagamento, ma ancora in attesa di essere pagati.

“Come è possibile che un’azienda inizi i lavori senza pagare gli espropri? E ora è tutto fermo”. Queste le critiche degli espropriati, che hanno fatto presente al governatore anche i rilievi evidenziati sul progetto dalla Corte dei Conti. Il progetto, come è noto, è in una situazione di impasse per la difficoltà da parte del costruttore a reperire gli 1,6 miliardi di euro necessari al completamento. “E’ un appalto del 2009, anno in cui io facevo il ministro e non il presidente del Veneto – ha replicato Zaia – ho ereditato questo appalto e dobbiamo portarlo avanti. Spetta al privato, che è lì anche in virtù di una causa vinta in tribunale, trovare il miliardo e 600 milioni. Capisco le vostre ragioni, spetta a me risolvere il problema: se la strada otterrà il finanziamento sarà finita nel 2018”.

Intanto, oggi sul tema della Spv è tornato anche il senatore vicentino del Movimento Cinque Stelle Enrico Cappelletti, con un’interrogazione ai ministri Graziano Delrio (Trasporti) e Piercarlo Padoan (Economia). Il parlamentare veneto ha anche preso parte all’audizione del presidente dell’Anas di oggi pomeriggio in commissione lavori pubblici del Senato.

Di seguito il testo:

“Da Galan a Zaia pare proprio che non sia cambiato nulla, in tema di Pedemontana Veneta. Abbiamo interpellato nuovamente i ministri Delrio e Padoan. Vogliamo sapere se corrisponde al vero che le clausole sottoscritte da Zaia e Galan causeranno danni per le finanze regionali per 20 miliardi di euro, come dettagliatamente dichiarato da stampa e comitati. Sarebbe evidentemente il più grave disastro di finanza pubblica della storia, rispetto al quale l’attuale Presidente di Regione avrebbe responsabilità colossali” lo afferma il Senatore Enrico Cappelletti del M5S che sull’argomento ha presentato un’interrogazione parlamentare ai Ministri delle infrastrutture e dell’economia;

“Chiediamo al ministro Delrio – continua il senatore M5S – se rispondano al vero le sue stesse affermazioni, secondo le quali le clausole sottoscritte da Zaia e Galan sono vere e proprie “clausole capestro”, siglate conseguentemente nell’interesse del soggetto privato. Chiediamo se, come supplicato a Roma dall’inedita coppia Zaia-Moretti, subentrerà una garanzia pubblica ai debiti privati. Perché in tal caso tutti i rischi d’impresa sarebbero tutti a carico del soggetto pubblico, e verrebbe meno qualsiasi utilità pubblica del project. Chiediamo infine se si possa scongiurare un ingresso di Anas nella compagine sociale di SIS, perché sarebbe diametralmente contrario al perseguimento dell’interesse pubblico: rappresenterebbe una volta ancora la privatizzazione degli utili e la statalizzazione delle perdite. Oggi pomeriggio il presidente dell’Anas è stato sentito in commissione lavori pubblici del Senato, ma le domande sulla Pedemontana per ora non hanno ottenuto risposta; la prosecuzione dell’audizione è stata comunque fissata per la prossima seduta di commissione”;

“Finora i lavori sono andati avanti grazie al finanziamento pubblico e questo va veramente contro tutte le regole. I contratti devono essere dunque rescissi ed incassate le fideiussioni. Dopo di ché occorre aprire un tavolo per ridefinire l’attuale progetto, inutilmente faraonico e sfuggito ad ogni controllo dei costi, da sostituire urgentemente con un progetto alternativo di Pedemontana sostenibile. E soprattutto senza pedaggio” conclude Cappelletti.