Ulss 7: ospedali liberi dal Covid e due ospiti di Rsa ancora infetti. Arriva il “piano badanti”

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Tre i punti cardine dell’aggiornamento sanitario offerto stamattina in conferenza stampa dall’Ulss 7 Pedemontana: ospedali liberi da pazienti positivi al Covid-19 ma sempre pronti ad accogliere eventuali nuovi malati, 2 soli ospiti di case di riposo ancora affetti dal virus, 9 i nuovi contagi in tre settimane dallo scorso 1 luglio. Numeri oggettivi che definiscono la situazione come “sotto controllo”, utilizzando però i focolai veneti accesi di recente nelle province vicine di Treviso e Padova come moniti significativi per scongiurare comportamenti sociali imprudenti.

Intanto risultano allo studio nuove direttive e piani d’intervento per affrontare il problema dei “contagi di rientro“, in particolare per quanto riguarda persone che ritornano in Italia da viaggi nell’Est Europa, il fronte più vicino e temuto, e Sud America. Una sorta di “piano badanti”, è stato annunciato come in via di realizzazione, per testare le condizione di salute di una figura delicata a contatto con la fascia d’età più a rischio, vale a dire gli anziani. Nelle Rsa proseguono gli screening periodici su anziani ospiti e le figure professionali che lavorano nelle strutture di riposo: 74 mila i tamponi eseguiti per la sola Ulss 7 e 22 i test a esito rapido.

“I dati raccolti negli ultimi giorni ci consentono di tracciare una situazione sufficientemente tranquilla – commenta il commissario straordinario Bortolo Simoni -, i focus rimangono la ricerca dei positivi e dei loro contatti stretti. Oggi stiamo vivendo una fase di convivenza con il virus, che non ha smesso di circolare del tutto, seppure con minore intensità. Le misure adottate si stanno dimostrando efficaci ma basta poco per farlo ripartire, questo è il messaggio da far passare”. L’attenzione va ai focolai ancora attivi in Veneto, oggi assenti nel bacino dell’Ulss 7 come ha spiegato il dottor Edoardo Chiesa da Thiene. “Tutti risultano spenti e non ci sono segnali di allarme o di interventi in corso – ha aggiunto il referente del Servizio Igiene e Prevenzione -, rimane semmai alta la prudenza riguardo ai visitatori delle Rsa e stiamo predisponendo un piano per le badati di rientro dall’Est Europa”.

Ospedali covid-free. Confermata dal commissario straordinario Bortolo Simoni l’assenza di pazienti ospedalizzati attualmente positivi al coronavirus. Il centro di cura di Santorso e quello di supporto alla comunità di Marostica rimangono allestiti e pronti per l’emergenza sanitaria. Pronti nella fase di ricezione dei casi sospetti anche Asiago e il San Bassiano di Bassano del Grappa.
Residenze sanitarie assistenziali (Rsa). La mappatura sulle case di riposo e strutture analoghe disseminate nel territorio della Pedemontana registrano solo due rimanenti ospiti positivi. Si tratta di persone anziane che sono assistite in regime di isolamento a Villa Serena (Bassano) e nell’Ipab di Asiago, due centri per la terza età che nelle prime settimane di emergenza hanno pagato un triste dazio all’epidemia. In entrambi i casi di positività acclarata al virus si parla di situazioni note da tempo, che si trascinano con probabili frammenti di virologia ancora presente nei campioni raccolti. Intanto è in via di completamento il “quarto giro” di screening di operatori e ospiti delle case di riposo.

Nuovi contagi e focolai. Diffusi i dati ufficiali riguardo ai casi recenti trattati dall’Ufficio Igiene e Prevenzione. Nessuno dei 9 registrati dal 1 luglio ha imposto il ricovero in reparti covid. Di questi i primi risalgono al 26 giugno e sono riferiti al focolaio di Schio, dove sono state infettate in tutto 5 persone (l’ultima il 14 luglio). A monte il contagio deriverebbe da un viaggio a Lubiana da parte di una famiglia di nazionalità bosniaca. Ai tre componenti del nucleo si sono aggiunti una coppia (marito e moglie) scledensi, a contatto ravvicinato prima della notorietà dell’avvenuta infezione. Gli altri 4 casi positivi vengono catalogati come “singoli”: riguardano una donna di Malo rientrata dalla Serbia, un cittadina russa anch’essa tornata in Italia da un viaggio, un uomo di Montecchio Precalcino reduce da una trasferta in Perù e l’ultimo un cittadino camerunense di Schio che ha partecipato al funerale in provincia di Padova da cui sono scaturite decine di positività.

Piano di prevenzione “badanti”. Come noto una fetta consistente di lavoratrici regolari, che operano nel campo dell’assistenza a persone anziane non autosufficienti, proviene proprio dall’Est Europa, dove i comportamenti sociali meno restrittivi hanno determinato una nuova ondata di proliferazione dei contagi. L’invito loro rivolto consiste nel dettaglio a farsi sottoporre a test diagnostici di prevenzione prima di riprendere l’attività quotidiana, in al rientro da eventuali viaggi all’esterno. “Una misura per la tutela della loro salute – ha concluso il dott. Chiesa – e di chi assistono e le loro famiglie”.