A scuola “armato” di pistola finta. Scatta l’allarme al Remondini, ma era solo una bravata

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L'istituto Remondini, citato come scenario dell'episodio

Attimi non lontano dal panico quelli vissuti in classe nel corso di una mattinata di scuola  da più di qualcuno tra i presenti in un istituto scolastico superiore di Bassano del Grappa, il Remondini. Questo perché uno studente si è presentato in classe con una pistola Beretta nello zaino, al rientro dopo le vacanze invernali, dalle fattezze di un’arma vera e senza il tappetto rosso distintivo.

Si trattava di una scacciacani, quindi che spara a salve, con colpi a scoppio senza proiettile il cui possesso non è comunque consentito in pubblico senza autorizzazioni e senza il tappo colorato obbligatorio per legge. Munita pure di caricatore. La notizia, che già, circolava negli ambienti della scuola bassanese nei giorni scorsi, è stata resa nota solamene ieri e riportata sul Giornale di Vicenza.

Una “leggerezza” che potrebbe costare al teenager bassanese una denuncia con, codice penale alla mano, arresto da 6 mesi a 2 anni e una sanzione amministrativa da mille a 10 mila euro. Il giovanotto non finirà in carcere in ogni caso per il gesto avventato, ma in caso di condanna lo aspetta un “travaglio” giudiziario poco invidiabile. A intervenire tra i banchi, dopo che il giovane aveva spergiurato di possedere una pistola solo finta, sono stati docenti e dirigente scolastico pare fino all’arrivo dei finanzieri delle Fiamme Gialle.

In assenza di notizie ufficiali munite del necessario nulla osta della Procura per i Minori di Venezia, si presumo che la squadra di militari intervenuta abbia preso in consegna l’arma innocua ma comunque illecitamente detenuta, e abbia proceduto alla denuncia come atto dovuto. Informando al contempo la famiglia dell’episodio. Non si tratterebbe di un ragazzo con particolari problematiche o situazione di disagio che possa far pensare a gesti clamorosi da parte sua, piuttosto sembra trattarsi di una (evitabile) bravata. Il 16enne ora in forte imbarazzo per il clamore suscitato probabilmente intendeva mostrarla agli amici di scuola.

Per quanto dovute, le scuse da presentare all’istituto superiore potrebbero non bastare per evitare qualcosa in più di una “tirata d’orecchi” da parte di un giudice. Trattandosi di minore, da parte della scuola e delle forze dell’ordine viene mantenuto un comprensibile riserbo sulla vicenda.