Attenzione ai colpi di calore sul posto di lavoro: i consigli degli esperti dell’Ulss 7

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I rischi correlati alla calura estiva se è vero che mettono a repentaglio la salute in particolare degli anziani e delle persone fragili, riguardano anche determinate categorie di lavoratori. In particolare chi svolge mansioni pensanti o all’aperto nelle giornate di solleone e afa. L’ufficio del servizio Spisal interno all’Ulss 7 Pedemontana ha diramato un compendio di indicazioni e consigli utili per i cittadini in tema di prevenzione. Rivolti a tutti: anziani, bambini, lavoratori ma anche giovani e atleti allenati, tutt’altro che al riparo da eventuali pericoli nello svolgere attività fisica e sportiva in estate.

Caldo e temperature elevate nel mirino, insomma, del servizio sanitario pubblico, con particolare attenzione alla tutela delle persone sul posto di lavoro. “Ogni giorno migliaia di cittadini non possono scegliere di restare in casa e ripararsi dalla calura: si tratta di tutti quei lavoratori che svolgono un’attività all’aria aperta (nell’agricoltura e nell’edilizia in particolare) o comunque in luoghi dove il calore dovuto agli impianti di produzione va a sommarsi con quello dell’ambiente esterno. Una situazione spesso di grave rischio, tanto è vero che non sono rari i casi di colpi di calore in lavoratori anche di giovane età e in buone condizioni di salute, come è avvenuto recentemente nella nostra provincia. L’unica maniera di gestire queste situazioni possono è puntare sulla prevenzione”.

A richiamare l’attenzione sul tema è il dott. Liviano Vianello, direttore Spisal. “Il rischio da calore è un’emergenza estiva ma non una situazione imprevedibile, perché rappresenta una realtà che si ripete ogni estate. Per questo le aziende devono effettuare una specifica valutazione soprattutto nell’edilizia e in agricoltura, dove il pericolo è alto sia per l’entità dell’esposizione sia per la pesantezza del lavoro. Abitualmente per definire il rischio da calore viene considerata solo la temperatura, in realtà questo parametro deve essere valutato in relazione all’umidità ed alla ventilazione e all’irraggiamento. Le previsioni delle condizioni climatiche che si possono trovare nei bollettini presenti nel sito web di Arpav del Veneto potrebbero essere utilizzate per mettere in atto le misure necessarie a prevenire gli infortuni da colpo di calore. In genere quando la temperatura del’aria supera i 32 gradi, soprattutto se l’umidità è elevata, come spesso si verifica nelle nostre zone e se il lavoratore è esposto anche direttamente ai raggi solari.”

Le raccomandazioni in sintesi: quando possibile programmare i carichi di lavoro più pesanti nelle ore più fresche della giornata, effettuare pause in luoghi freschi e con cadenza frequente, non sottovalutare il rischio di malori in base alle proprie percezioni soggettive sul calore ma cadenzare i break con regolarità. Durante iquali è necessario introdurre nel metabolismo bevande fresche o integratori – mai congelate però – contenenti sali minerali. Fondamentale dunque la corretta idratazione, poi altri consigli riguardano il vestiario da indossare: abiti leggeri e traspiranti, meglio se di colore bianco. Evitare inoltre di lavorare a pelle nuda a contatto con i raggi solari, per scongiurare ustioni. Infine, non rimanere mai isolati sul posto di lavoro: la reciproca sorveglianza permette di prevenire situazioni di rischio e garantire soccorso immediato in caso di bisogno.

“In condizioni di calore molto elevato il nostro organismo può eliminare fino a 4 litri di
sudore in 4 ore di lavoro ed è necessario bere per reintegrare i liquidi e i sali dispersi appunto con la sudorazione. In caso contrario, la mancata reintroduzione di liquidi e sali può portare al problemi di salute e favorire quindi il colpo di calore”.

Un altro tema riguarda la consapevolezza dei rischi. “E’ maggiore durante i primi caldi – continua il dottor Vianello – perché l’organismo umano necessita di circa 15 giorni per acclimatarsi e rendere più efficienti i meccanismi interni che facilitano la dispersione del calore. Infine è molto importante che i lavoratori effettuino una visita medica da parte di un medico del lavoro aziendale per valutare il loro stato di salute in rapporto al rischio da calore. La presenza di alcune malattie come le cardiopatie, le malattie renali, il diabete, può ridurre anche drasticamente la resistenza dell’individuo all’esposizione a calore con conseguente aumentato rischio di aggravamento della malattia di cui soffre oppure di colpo di calore e di infortunio”.