La passione che s… boccia da giovanissimo. A 23 anni atleta di serie A e già istruttore

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Umberto Campagnolo in gara

Un pallino fisso, quello di Umberto Campagnolo. Quello da avvicinare con le sue bocce, di “riffa o di raffa”, l’importante è riuscirci e portare il proprio team – o lui stesso nelle gare individuali – alla vittoria, anche se è meglio parlare di raffata quando lo sport in questione è (qui si va al plurale) le bocce. Giovane studente universitario a Padova, prossimo alla laurea triennale in Matematica, Umberto è un ragazzo di 23 anni Bassano del Grappa che questa originale passione l’ha scoperta da bambino, a 10.

Senza per così dire ereditarla da chissà chi, a ma scoprendola da solo per poi coltivarla in proprio: nel suo caso non si racconta di nonni che mostrano le proprie abilità insegnando il gioco delle bocce al nipotino, insomma, ed è qui, da questo luogo comune che si tratti di un gioco (o sport? La differenza ce la spiega l’atleta ai microfoni di Radio Eco Vicentino) per i pensionati o anziani, che inizia il (53esimo) viaggio di BrekPoint tra i bocciodromi d’Italia, le scuole primarie e secondarie del Veneto, e i paradossi di una disciplina già annoverata tra gli sport paralimpici, diffusa in tutto il mondo con decine di milioni di praticanti ma che, a a detta proprio del giovane ma esperto membro del Comitato Veneto di Fib – Federazione Italiana Bocce – probabilmente alle Olimpiadi non ci arriverà mai.

Ascolta “Una passione che s. Boccia a tutte le età” su Spreaker. Circa 80 mila i tesserati in Italia, si stimano in un milione e oltre coloro che praticano le bocce in modalità amatoriale o saltuaria, cinque le versioni proposte. Dalla raffa cavallo di battaglia di Umberto Campagnolo alla francesissima petànque, praticata da chiunque su Champs Elysèes a Parigi così come nei villaggi alpini di montagna, senza mai scordare la versione da spiaggia sulla sabbia – chi non ci hai mai giocato sulla battigia? – che sta prendendo piede ed è stata codificata di recente, o ancora il tiro di precisione. Ogni ambito con biglie diverse per dimensioni e peso, spaziando in una intensa chiacchierata in diretta radioweb nella penultima puntata dell’anno 2023 – ma disponibile in formato podcast ora e sempre – dai materiali all’equipaggiamento, alla serie A e ai titoli conquistati dal club veronese di Villafranca cui Umberto ha fatto parte, dagli allenamenti quotidiani fino ai record siglati e i trofei conquistati.

Con un focus ben centrato dal ragazzo bassanese su un compito che vive davvero come una missione: portare ragazzi e giovani in genere sulle piste dei bocciodromi indoor e all’aperto, dopo aver amaramente constatato qualche anno fa che in Veneto il movimento bocciofilo tra gli junior stava precipitando verso lo zero. I 200 giocatori oggi “calamitati” verso le sfere di metallo da lanciare e far scorrere verso quel pallino fisso di Umberto, anche grazie al suo impegno di promozione nelle classi, ora sì che lasciano ben sperare per il futuro.