“Agricoltura sociale in Pedemontana”: parte il progetto alla fattoria La Pachamama

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Ammonta a centomila euro per due anni di lavori il finanziamento concesso dal GAL Montagna Vicentina alla fattoria sociale “La Pachamama” di Marostica, che mira a creare condizioni lavorative e di integrazione favorevoli per persone spesso lasciate ai margini della società, a causa di problematiche diagnosticate o meno.

Il finanziamento si inserisce nel piano di sviluppo del Programma di Sviluppo Rurale Veneto, ed è stato nominato “Agricoltura Sociale in Pedemontana”. Coinvolta in primis la Fattoria sociale La Pachamama di Maurizio Radin, oltre all’Unione Montana Astico e la cooperativa sociale La Locomotiva di Cogollo del Cengio con la collaborazione della Verlata di Villaverla. Un team di partner nato per potenziare i percorsi educativi e riabilitativi svolti presso la fattoria sociale La Pachamama, che vanta un’esperienza decennale nell’ambito dell’agricoltura sociale.

“Negli ultimi anni gli operatori del sociale evidenziano come siano in aumento le casistiche di persone con fragilità che faticano a trovare supporto nelle canoniche soluzioni del welfare locale, sia esso pubblico o privato – spiegano i referenti del GAL – sia per le problematiche specifiche e trasversali che possiedono, sia perché la contrazione delle risorse economiche ha ridotto la possibilità di accoglienza in struttura. Questo progetto intende sperimentare una possibile soluzione per queste persone, sulla scorta di esperienze pregresse già attivate sia dal proponente, sia dai partner progettuali, in linea con il crescente panorama di realtà che lavorano in agricoltura sociale nel territorio regionale e nazionale e con le norme vigenti nell’ambito di agricoltura sociale”.

“L’agricoltura sociale è infatti uno strumento di risposta ai bisogni crescenti della popolazione sia in termini educativi che di produzione agricola sostenibile, sia dal punto di vista sociale, economico e ambientale, che in termini di offerta di servizi socio-sanitari e socio-lavorativi – concludono i referenti – inoltre, l’agricoltura sociale mette “in campo” valori nuovi (learning by doing) e nuovi modelli di intervento a sostegno del raggiungimento della piena dignità delle persone disabili come sancito dalla Convenzione ONU sulla disabilità”.