Pugni, alcol e offese alla polizia in centro: denunciato un pregiudicato

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Un pluripregiudicato è stato denunciato dalla polizia del commissariato di Bassano del Grappa dopo che ha creato scompiglio in centro a Bassano nella giornata di domenica 9 ottobre, nel bel mezzo della Fiera Franca d’Autunno”. Si tratta di G.N., un 43enne residente a Ferrara con numerosi pregiudizi di polizia per reati contro la persona, reati contro il patrimonio, in materia di stupefacenti, reati di evasione ed ubriachezza manifesta.

Alle condanne e alle indagini già aperte a suo carico, si aggiunge ora una nuova denuncia per oltraggio a pubblico ufficiale,  rifiuto di fornire le generalità e pure una multa per ubriachezza e bestemmie.

I fatti. Sono le 22 di ieri sera, domenica 9 ottobre, quando alla sala operativa del commissariato arriva una richiesta di intervento in via Jacopo da Ponte, poco lontano dal semaforo di via delle Fosse, per una persona riversa a terra dopo essere stata aggredita: una pattuglia delle volanti si porta sul posto, nel cuore della Fiera d’Autunno, e trovano l’uomo, un 72enne algerino conosciuto dai poliziotti. L’uomo è in evidente stato di alterazione a causa dell’alcol.
Mentre gli agenti allertano il  personale del Suem 118, vengono raggiunti da un uomo, dell’altezza di circa un metro e 85, con i capelli brizzolati e rasati ai lati e diversi tatuaggi sul volto: è anche lui totalmente ubriaco, urla e fatica a stare in piedi. “Eccoli arrivati gli stronzi, adesso vi dico io com’è andata: a questo barbone gli ho offerto cibo e vino e lui mi ha sputato addosso! L’ho sdraiato” sono state le parole dette ai poliziotti con modi aggressivi e sprezzanti, secondo quanto riportano le stesse forze dell’ordine intervenute.

Quando gli agenti della volante gli hanno chiesto le generalità, l’uomo è partito in quarta, inframezzando le frasi con bestemmie: “Uno fa un’opera di bene e fa mangiare un barbone e voi rompete i co. Vi dovete solo vergognare. Perchè ca. ti devo dire chi sono o dare i documenti? Io non vi do un c. Sapete farlo il vostro lavoro? Brutti pezzi di m., polizia del c., ho fatto beneficenza e venite a rompere il c. a me? Siete deficienti come tutta la polizia. L’Italia e il governo italiano fanno schifo, io vi piscio addosso”. Solo la pazienza dei due poliziotti ha permesso di riportare momentaneamente la calma, consentendo l’identificazione dell’esagitato, che durante tutte le fasi dell’intervento, ha continuamente alternato momenti di calma a altri di ira nei confronti della Repubblica Italiana, della Polizia di Stato e del cittadino algerino aggredito; quest’ultimo intanto si presentava leggermente confuso, probabilmente per la caduta, ma comunque cosciente. Rimaneva però riverso a terra in attesa del 118 e senza riuscire a spiegare cosa fosse accaduto. Arrivata l’ambulanza, l’uomo è stato trasferito al pronto soccorso dell’ospedale San Bassiano.

Gli agenti intanto hanno proceduto ad identificare anche la donna che aveva chiamato il 113: questa ha raccontato di aver visto il ferrarese spingere l’algerino a terra, per poi colpirlo con diversi calci. La donna era stata poi minacciata dall’aggressore. L’uomo, accompagnato in commissariato, ha continuato anche qui a tenere un comportamento aggressivo e sprezzante, rendendo lunghe e difficoltose le attività di identificazione e fotosegnalamento, dicendo, fra le altre cose: “Che polizia di m., in Germania sarebbero dalla mia parte, l’Italia è uno stato di m., voi non sapete lavorare, stronzi, mia mamma di 80 anni è più forte di voi ca.. Ho partecipato a spaccio di droga, sono stato in carcere 14 anni, un mio amico ha ammazzato anche un carabiniere a Ferrara”. Verificato che l’algerino non aveva riportato ferite gravi e che a causa dell’alcol i sanitari ne avevano deciso il ricovero in osservazione per la notte (e che quindi non c’era possibilità di procedere in autonomia per lesioni ma solo su querela di parte), i poliziotti non hanno potuto far altro che rilasciare il 43enne. Questi, appena fuori nel piazzale, ha accartocciato le copie dei verbali e li ha buttato le carte nel cestino, proferendo testuali parole: “A me non me ne frega un c. della giustizia”.