Apre un reparto Covid al San Bassiano. Ieri sera accolti i primi tre malati positivi

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Ospedale San Bassiano

L’ultimo bollettino sanitario dell’Ulss 7 Pedemontana emesso a metà pomeriggio di ieri non registrava ancora ospiti nel nuovo reparto Covid allestito al decimo piano dell’ospedale San Bassiano, ma nel corso della serata sono stati accolti i primi pazienti con accertata grave sintomatologia e, soprattutto, positivi al tampone.

Come annunciato la scorsa settimana in conferenza stampa anche il nosocomio di Bassano del Grappa era pronto a riaprire i battenti per ospedalizzare i malati affetti dall’epidemia, allestendo un nuovo spazio a isolamento ermetico per la prima volta denominato reparto-Covid.

In pochi giorni la direttiva già resa nota è stata concretizzata sul piano pratico, consentendo così di evitare lo spostamento immediato di casi di malattia avanzata da traferire all’altro ospedale dell’Ulss 7 di Santorso, che si appresta nel futuro prossimo a tornare Covid-Hospital di riferimento per la provincia, se il trend ci crescita dei ricoveri non sarà subirà battute d’arresto o quanto meno una frenata. L’inedita misura adottata in queste ore è mirata a procrastinare per quanto possibile la chiusura di altri reparti ordinari in Alto Vicentino ed evitare spostamenti urgenti di pazienti, medici e attrezzature se non strettamente necessario.

Aggiornato a ieri alle ore 16 il report quotidiano contava 65 malati ad accesso con positività accertata al virus (erano 53 venerdì scorso nel bacino di competenza Ulss 7), di questi 5 in terapia intensiva e 6 in semintensiva su un totale di 58 a Santorso e 7 nell’ospedale di comunità a Marostica. Ma il dato, come specificato sopra, va ritoccato dopo i nuovi ingressi avvenuti lunedì sera. Circa 1.350 euro i tamponi effettuati tra domenica e ieri nei punti prelievo del bacino della pedemontana vicentina.

Al San Bassiano sono stati ricoverati in tre, numero destinato ad aumentare, fino a un massimo di 25 posti letto attrezzati per eventuali situazioni di emergenza. I casi più gravi e trasferibili in sicurezza nella terapia intensiva specializzata saranno comunque destinati all’altro polo gestito dall’azienda sanitaria della provincia. Proprio all’Alto Vicentino di Santorso, intanto, riaperta la seconda ala per far fronte a nuovi ricoveri imminenti dopo aver saturato quella rimasta sempre attiva nei mesi post lockdown. “Valvola di sfogo” per i malati in via di guarigione rimane il centro di cura di Marostica mentre ad Asiago, che fu falcidiato nelle prime fasi del dramma lo scorso marzo, per ora si accolgono solo pazienti negativizzati.