Lavoravano 15 ore al giorno in nero e irregolari, 46enne arrestato per sfruttamento

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Sfruttamento del lavoro nei confronti di 15 persone, senza regolare contratto oltre ad essere irregolari nel territorio. Con queste accuse è finito in carcere un cittadino marocchino di 46 anni a seguito della conclusione dell’operazione “Chickens Collection” curata dal nucleo dei carabinieri dell’Ispettorato del Lavoro di Vicenza insieme ai carabinieri di Rosà. Il provvedimento è stato emesso dal Gip del Tribunale di Verona su richiesta del Procuratore Maria Beatrice Zanotti.

L’uomo finito nel mirino degli agenti gestiva per conto della propria azienda agricola con sede legale nella bassa veronese cittadini extracomunitari (tutti nordafricani) privi di permesso di soggiorno e li impiegava in condizioni di sfruttamento presso altre imprese, nelle province di Verona, Vicenza e Trento. Per arrivare al 46enne i militari hanno condotto una serie di operazioni tra cui il pedinamento, osservazione e controllo oltre ad ispezioni direttamente nelle sedi dove operavano fisicamente i lavoratori. Infine le condotte illecite sono venute alla luce grazie alle testimonianze degli stessi braccianti. E’ emerso che il datore di lavoro una volta reclutati i nuovi lavoratori li offriva ad altre aziende, il lavoratore percepiva un compenso di 5 euro l’ora per 12-15 ore al giorno per sette giorni alla settimana, senza rispettare i giorni di riposo a cui ha diritto ogni dipendente.

Le vittime erano obbligate a lavorare sotto la pioggia e nel fango, impegnati nella potatura di viti o alberi da frutto ma anche in allevamenti avicoli e altro ancora. Non avevano la possibilità di utilizzare servizi igienici, tra l’altro inesistenti, cambiarsi o consumare un pasto al riparo. Erano vigilati costantemente sia durante le ore di lavoro che in quelle di riposo. Gravi carenze per quanto riguarda la sicurezza sul lavoro con la mancata fornitura dei dispositivi di protezione, mancate visite mediche, mancata compilazione del documento di valutazione dei rischi e molto altro, oltre alla mancata frequentazione dei corsi di formazione.

Il modus operandi del soggetto arrestato era sempre lo stesso e faceva leva sulla fragilità degli extracomunitari che, sapendo di essere irregolari, temevano di non poter più percepire nemmeno quel minimo compenso che serviva a mantenere le proprie famiglie. Nasceva così un vantaggio per l’imprenditore nel proporre gli agricoltori a prezzi più vantaggiosi alle ditte committenti, garantendo braccia operose per mansioni usuranti e molto faticose.