Ulss 7, trasporto dializzati: Luisetto (Pd) chiede di ripristinare la gratuità. La risposta dell’Ulss 7

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“Il diritto al trasporto dei pazienti dializzati è stabilito dai Livelli Essenziali di Assistenza ed è parte integrante della terapia, indifferibile e salvavita, della dialisi. La decisione dell’Ulss 7 Pedemontana di togliere la gratuità a tutti i pazienti (garantendola solo per gli allettati), lasciandoli così soli nel farsi carico dei costi di trasferimento tra casa e ospedale, va in netto contrasto con la tutela di questo diritto”.

La presa di posizione è della consigliera regionale del Partito Democratico Veneto, Chiara Luisetto, che torna sulla questione con la presentazione di una apposita interrogazione dopo aver denunciato la questione sulla stampa. Il tema riguarda principalmente il Distretto 2, ossia l’Alto Vicentino.

La gratuità garantita dal 1985
La dialisi è una terapia per rimuovere le scorie prodotte dall’organismo e l’eccesso di liquido dal sangue quando la funzionalità renale del malato risulta compromessa dell’85-90%.
Il servizio di trasporto dei pazienti in ospedale per sottoporsi al trattamento era gratuito nell’ex Ulss 4 Alto Vicentino dal 1985: una conquista dell’Associazione nazionale emodializzati che poi era stata estesa a tutte le Ulss del Veneto ma che, come ha spiegato al Giornale di Vicenza la consigliera nazionale responsabile per il nord Italia dell’Aned, Maria Luisa Quaranta, la pratica si era poi estesa a tutte le altre Ulss del Veneto: solo l’ex Ulss 3 Bassano non ha mai aderito.

Fino all’aprile 2022 nell’Ulss Pedemontana il servizio era stato svolto, su appalto, da una ditta privata; l’azienda sanitaria aveva poi affidato il compito alla Croce rossa, ma dal primo giugno è previsto il rimborso agli stessi pazienti, che poi si possono affidare ad un familiare, ad un accompagnatore o ad una delle associazioni presenti in una lista diffusa dall’Ulss 7 stessa. Gli attuali parametri stabiliscono che al paziente sia corrisposto un quinto del costo della benzina moltiplicato per i chilometri che separano la sua casa dall’ospedale. Tariffe che secondo la Croce rossa di Schio e Thiene non sono sufficienti.

“Visto che da settimane la situazione è in stallo e non ci sono risposte per i pazienti, ho ritenuto necessario intervenire nuovamente, questa volta con un atto formale. Si tratta di un problema che rimane irrisolto, malgrado nella vicina Ulss 8 sia stata scelta una strada che va a tutelare i pazienti. Il riconoscere, quasi a titolo risarcitorio per il mancato trasporto, un contributo pari ad un quinto del costo benzina per il numero dei chilometri percorsi, non è una soluzione accettabile. Bisogna evitare in tutti i modi che i costi si scarichino su pazienti o su quei Comuni che non vogliono abbandonare chi deve sottoporsi a dialisi. Bisogna evitare ogni forma di disparità tra territori”.

Costi di trasporto a carico dei pazienti emodializzati in cura: li sosterrà il Comune

Nell’interrogazione Luisetto rivolge due domande all’assessore regionale alla sanità Manuela Lanzarin. Ovvero “se si attiverà presso la dirigenza dell’Ulss7 perché venga ripristinato con effetto immediato il diritto alla gratuità del trasporto per i pazienti dializzati”. E se “porrà in essere le azioni necessarie a garantire tale diritto in modo capillare e uniforme sul territorio veneto”.
“Parliamo di poco meno di venti ammalati – conclude l’esponente dem vicentina – che senza questo supporto sarebbero in grave difficoltà nell’accedere alle cure. Serve subito una risposta di dignità e rispetto”.

La risposta dell’Ulss 7
A stretto giro, alle affermazioni di Chiara Luisetto risponde direttamente la direzione dell’è arrivata una nota dell’Ulss 7 Pedemontana, che ribadisce come sia “del tutto improprio parlare di ‘decisione dell’Ulss 7 Pedemontana’ “. “Le normative – scrive l’ufficio stampa aziendale – in merito sono chiare: in particolare l’Allegato A alla Dgr n.1411 del 6 settembre 2011 specifica che il trasporto per trattamento dialitico ‘è a carico del sistema sanitario regionale solo per gli utenti allettati o comunque non deambulanti non trasportabili con altro mezzo’, condizione che tra l’altro deve essere certificata dal medico curante”.

“Quanto al rimborso – prosegue l’Ulss 7 – non si tratta di alcuna azione ‘a titolo risarcitorio’: anche in questo caso l’Azienda applica in modo rigoroso la normativa. Le modalità di quantificazione applicate dall’Azienda per il rimborso ai soggetti autosufficienti sono infatti esattamente quelle indicate nella delibera di Giunta regionale numero 3120 del 12 luglio 1994, che prevede appunto: il rimborso di 1/5 del costo al litro della benzina per i chilometri percorsi dal domicilio al centro di cura, andata e ritorno, con mezzo proprio o privato; oppure il rimborso della tariffa applicata da eventuali mezzi di trasporto pubblico locale; o ancora il rimborso al costo del corrispettivo nel caso di servizi di trasporto pubblici non di linea, ad esempio taxi o navette private. Con riferimento a quest’ultima modalità, la legge stabilisce inoltre che ‘l’erogazione del rimborso è subordinata a preventiva autorizzazione da parte dell’Ulss di residenza all’utilizzo di tale mezzo, sulla base di documentate e accertate motivazioni di carattere sanitario o di indisponibilità di altri mezzi di trasporto, o impossibilità di utilizzo degli stessi, da valutarsi anche in relazione alle condizioni fisiche del paziente’ ”.

“Va ricordato, infine, – conclude la nota dell’Ulss 7 – che già da anni tale modalità viene applicata nel Distretto Bassanese senza che vi sia stata alcuna protesta o interrogazione: non è chiaro perché ciò che evidentemente è corretto per i pazienti bassanesi non lo sia per i pazienti dell’Alto Vicentino. Anche in questo caso, l’Azienda si è posta la questione di porre tutti i pazienti sullo stesso piano, quello previsto dalle normative.