Morso da una vipera, 50enne finisce in rianimazione. Ucciso un secondo serpente

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Un esemplare tipico di vipera italiana della montagna

Rischiava seriamente di finire in tragedia l’uscita nella natura di alcune persone che oggi, nel territorio di Valbrenta e più precisamente in località Cismon del Grappa, si sono imbattute in due serpenti velenosi. Si tratterebbe di esemplari di vipere, una delle quali è stata uccisa.

Un escursionista cinquantenne, invece, le cui generalità e provenienza per il momento non risultano conosciute, è stato morso dal rettile sfuggito e si trova dal pomeriggio di sabato ricoverato in rianimazione, in gravi condizioni.

La somministrazione del siero come antidoto alla diffusione del veleno nell’organismo, in tempi relativamente rapidi, lascia ben sperare sulla ripresa della persona finita in ospedale in codice rosso. Le tossine entrate nel sistema di circolazione sanguigno possono portare a gravi danni anche al sistema nervoso, fino alla morte per avvelenamento se la dose di veleno entrato in circola è ingente e quindi letale.

Solitamente, secondo gli esperti, per quanto riguarda le vipere presenti nel territorio alpino e prealpino la quantità di veleno risulta ridotta, ma risulta necessario un trattamento mirato con sieri per favorire la ripresa e la guarigione di persone colpite dal morso da questo tipo di serpenti. Un inconveniente che provoca in una decina di minuti appena sintomi dolorosi ed evidenti come gonfiore della pelle aggredita e vertigini.

In un caso ogni mille, in media, il veleno porta alla morte dell’ospite, ma vanno tenuti in conto possibili danni permanenti alla salute se non si interviene con tempestività.