Acquista documenti falsi all’estero per 5 mila euro. Il 29enne croato era in realtà serbo

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La sede del commissariato di polizia a Bassano, in via Pecori Giraldi

Si era imbattuto ieri mattina nelle “Volanti” del commissariato di Bassano del Grappa che, in pochi minuti, hanno smascherato la sua vera identità. E’ così finito nei guai con la giustizia italiana un 29enne di nazionalità serba ma che si spacciava per cittadino croato, apparentemente in posizione regolare in Italia e senza alcun precedente di giustizia. I “suoi” documenti, però, presentati pronta mano nel corso di un normale controllo sulle strade, avevano insospettito i poliziotti di pattuglia ieri nel Bassanese.

Dopo le verifiche di rito in centrale è emerso che si trattava in realtà di patente di guida e carta d’identità falsificate, come intuito dai rappresentanti dello Stato sul territorio già dopo un primo sguardo alla documentazione, poi analizzata nel dettaglio fino a scoprire che si trattava di carta straccia grazie ai raggi ultravioletti.

Il giovane proveniente dall’ex Jugoslavia – L.M. le iniziali reali dell’uomo -, che vantava fino a ieri un profilo al di fuori di ogni sospetto e che risiede nella zona, non si immaginava che il personale delle “Volanti” fosse dotato di un occhio così allenato e, una volta messo di fronte alle proprie responsabilità, ha “vuotato il sacco”. Ammettendo più tardi il reato commesso e la falsa identità acquistata nel mercato nero per una cifra vicina dai 5 mila euro. Patente e carta d’identità croate erano state raccattate in Serbia grazie al favore di un conoscente, che sarà probabilmente a sua volta ricercato. Ignota la motivazione che ha spinto L.M. a voler “cambiare” nazionalità.

I documenti presentavano delle incongruenze, tanto da essere sottoposti ad accertamenti di polizia con l’utilizzo della lampada di Wood, uno strumento in dotazione alle forze dell’ordine che permette di accertare senza ombra di dubbio la validità o meno di qualsiasi tipo documentazione, a prova di falsario. I raggi ultravioletti sprigionati dallo strumento luminoso hanno rivelato l’assenza dei pigmenti fluorescenti impressi su banconote e documenti ufficiali, fornendo la certezza definitiva che ci si trovava di fronte a un reato.

Il cittadino straniero è stato posto in arresto in un primo momento, come da procedura, per poi essere rilasciato in regime di custodia cautelare agli arresti domiciliari. I documenti, ovviamente, sono stati sequestrati e oltre a fornire elementi di prova a suo carico come gravame di colpa potranno fornire elementi utili agli investigatori per valutare se si sia trattato di un atto illecito sporadico o, come sembra più probabile, l’emissioni di documenti contraffatti faccia parte di un articolato sistema criminale su ampio raggio.