Bacino del Brenta: è allarme siccità, “ormai conclamata”

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Da quasi quattro mesi non piove e sono forti nel Bassanese le preoccupazioni dei vertici del Consorzio di bonifica del bacino del Brenta. «Siamo di fronte a una situazione di siccità ormai conclamata – commenta il presidente Enzo Sonza – che comincia a divenire fortemente preoccupante sia in vista della ormai prossima stagione irrigua, sia per mantenere i flussi minimi nella capillare rete idraulica che irradia il territorio, senza i quali nascono problemi igienico-sanitari ed ambientali».

La criticità della situazione idrica è oggettiva, e si può riassumere ed evidenziare con alcuni dati stagionali significativi (prendendo come riferimento il 5 febbraio 2021 e il 5 febbraio 2022). Lo scorso anno, ad esempio, la portata fluente del Brenta si attestava a 37.29 metri cubi al secondo, quest’anno a 9.49 (-27.8 mc/sec); il fiume, infatti, è ridotto in questi giorni a un rigagnolo. Anche la quota del bacino del Corlo, principale invaso montano e indispensabile riserva idrica per il Consorzio, si attestava l’anno scorso a 262.27 metri sul mare, quest’anno la quota è pari a 253.52 (-8.75 metri).
L’ultima pioggia significativa risale ai primi del mese di novembre 2021 e la piovosità accumulata tra il 1° gennaio e il 5 febbraio 2021 è stata pari a 46.2 millimetri, mentre quella dello stesso periodo di quest’anno è stata di 13.6 millimetri (-32.6 mm). Dati allarmanti anche riguardo alla quota della falda rilevata a Cittadella nel 2021 era di 40.8 metri sul mare, mentre attualmente risulta essere di 39.48 metri (-1.32 metro). Infine, la scorta di neve in quota è molto minore rispetto a quella presente nello stesso periodo del 2021.

 

Tutti i dati quindi riportano il numero meno davanti, cioè raccontano di una tendenza in diminuzione, se non in forte diminuzione. «In questo momento dell’anno – prosegue Sonza – l’impatto della siccità per il Consorzio può anche essere tollerato, in quanto è il periodo in cui i canali vengono messi in asciutta per le manutenzioni periodiche, e quindi ci si troverebbe comunque in una situazione di riduzione idrica; ma non si può guardare solo all’immediato: fortissime sono le preoccupazioni per il prossimo futuro. Infatti, se le falde sotterranee e i bacini superficiali non verranno alimentati, come sta avvenendo, il rischio che l’acqua manchi purtroppo è del tutto evidente. E le conseguenze sono chiare».

Il Consorzio da tempo ha avvertito il rischio del cambiamento climatico e sottoposto all’attenzione la necessità – ormai evidente – di realizzare opere compensative per risparmiare l’acqua (impianti pluvirrigui) e tesaurizzarla (bacini di regolazione). «Anche in questa occasione, quindi, non ci resta che ripetere l’appello alle Autorità Superiori affinché raccolgano le nostre proposte e ne programmino la realizzazione con i fondi pubblici idonei allo scopo».