Bacino Ulss 7, in Rsa ancora 216 positivi. Ok il bando-infermieri, 504 classi alle prese con il Covid

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Una sala da pranzo in una casa di riposo (immagine d'archivio)

Su una popolazione complessiva di circa 5.400 persone tra operatori professionali di diverso tipo (dagli infermieri al personale Oss, dai cuochi delle mense ai fisioterapisti ad esempio) e ospiti delle case di riposo seguite dai due distretti si registrano – il dato è riferito a giovedì 26 novembre – 258 casi positivi, distribuiti in gran parte tra gli anziani (216 + 42), in 12 case di riposo.

Nei giorni successivi all’annuncio di una bando promosso dalla Regione Veneto per reclutare infermieri professionali già in forza alle Ulss, in orario extra lavoro ordinario, già una decina le disponibilità raccolte, mentre viene offerto un check anche sulla situazione delle scuole del territorio in correlazione al Covid-19 e l’evolversi della situazione nel “contact tracing“, saltato nelle scorse settimane a causa dell’impennata di contagi e delle forze-lavoro insufficienti a farne fronte.

Si tratta delle 0,5%, con numeri chiaramente variabili di giorno in giorno. “La situazione attuale – spiega il dottor Liviano Vianello, direttore Spisal – segnala alcuni focolai con casi in aumento contenuto, altri in fase di spegnimento, in generale sotto controllo“. Tra le Rsa ancora sotto attacco (l’elenco non è completo) dove si registrano due o più casi attivi: Casa Gerosa, Isacc Sturm e Villa Serena (Bassano), Asiago, casa di riposo Villa Sant’Angela e “La Pieve” (Breganze), “Il Cardo” San Michele (Montecchio Precalcino), Villa Serena (Solagna), La Casa di Schio, Maria Ausiliatrice (Rosà), Casa di riposo A. Rossi (Arsiero). “Continua il piano di sanità pubblica programmato che si articola in tre punti sostanziali: il monitoraggio delle strutture attraverso lo screening per capire quanti focolai sono attivi, l’aspetto dell’assistenza generale nella fornitura ad esempio dei dpi necessari e le valutazioni di rischio, che chiamiamo “audit”, vale a dire l’intervento diretto per verificare la capacità dei centri servizi di isolare i positivi e i sospetti positivi”.

BANDO INFERMIERI IN RSA. Un punto toccato quello del bando indetto dalla Regione Veneto per arruolare infermieri part-time nelle case di riposo, già dipendenti delle varie Ulss. In pratica, chi vorrà e potrà mettersi a disposizione percepirà un compenso “rafforzato” di 35 euro orarie garantite dall’ente territoriale, in base all’effettiva disponibilità di tempo/lavoro. “Ad oggi sono 10 le figure nostre dipendenti che hanno espresso la volontà di accedere – ha spiegato il dottor Alessandro Pigato – ma devo far presente che in questa area la richiesta di supporto nelle Rsa che monitoriamo non è così pressante come in altri posti, in ogni caso siamo presenti per sostenere anche questa attività”.

CONTACT TRACING. Il tracciamento dei contatti stretti delle persone accertate positivi come noto è stato travolto nelle scorse settimane dalla seconda ondata, non garantendo il servizio puntuale di ricerca e “messa in quarantena” di chi ha avuto rapporti ravvicinati con i contagi. In parte l’emergenza è stata tamponata dalle indicazioni fornite dai medici di base, in parte la falla è stata progressivamente chiusa con il reclutamento di rinforzi nel dipartimento di prevenzione. “L’escalation a cui abbiamo assistito in poco più di un mese ha mandato in crisi il sistema, poi abbiamo iniziato a recuperare terreno. Basti pensare che al 6 ottobre si presentavano in media 10 nuovi casi al giorno da gestire, mentre un mese dopo al 6/11 erano oltre 400″.

COVID A SCUOLA. Più della metà delle scuole dell’obbligo – primarie e secondarie di primo grado – comprese tra area bassanese, altopianese e altovicentina – hanno presentato almeno un caso di Covid-19 tra alunni e/o docenti, applicando i protocolli ministeriali sanitari previsti. I dati a riguardo, raccolti da metà settembre, sono commentati dal dottor Edoardo Chiesa del Sisp: “In tutto si parla di 168 istituti che in questi due mesi ci hanno contattato per trattare i casi di positività e applicare le procedure, vale a dire il 55% del totale. In totale 504 classi, ad oggi ridotte a 263 in cui il monitoraggio è ancora in atto. Riguardo alle scuole superiori invece, nessuna è rimasta immune nel bacino dell’Ulss Pedemontana”.