Schianto di Nove: 24 ore dopo muore in ospedale estetista di 42 anni. Lascia un figlio

Ascolta l'audio
...caricamento in corso...
SUllo sfondo il luogo dell'incidente. Nel riquadro Sara Pizzato in una foto recente nel suo salone

Era una mamma e un’imprenditrice di se stessa vera e propria forza della natura Sara Pizzato, la donna di Nove deceduta in seguito all’incidente stradale di lunedì mattina, poco lontano da casa sua. Anche se, forse, a tradirla e a causarne la morte prematura sarebbe stato un subdolo malore, un’emorragia cerebrale che l’ha strappata alla vita all’alba del giorno dopo, nel reparto di rianimazione di Vicenza. Aveva solo 42 anni l’estetista titolare di un salone tutto suo a Cassola, madre di un figlio di 13 anni.

Lunedì erano le 7 del mattino quando è avvenuto lo scontro tra un autocarro commerciale e la Mercedes Classe A condotta dalla donna, sull’incrocio tra via dei Martiri che insiste sulla provinciale che attraversa il territorio di Nove e via Pezzi. Lo schianto frontale sul camion ha fatto rimbalzare la vettura di lato. Un urto di una certa violenza, certo, ma la conducente in un primo momento era rimasta cosciente e le ferite riportato non lasciavano affatto presagire il dramma che si sarebbe consumato di lì a poco.

Un’improvviso mancamento, Sara che si accascia a terra, poi la corsa disperata verso il San Bortolo di Vicenza in ambulanza: il personale sanitario accorso aveva immediatamente percepito la gravità del caso paratosi di fronte. Nemmeno un delicatissimo intervento chirurgico alla testa, tentato dai chirurghi del principale polo vicentino, ha potuto scongiurare l’inevitabile. Se il malore accusato sia stato causa dello scontro, oppure l’ordine temporale dei fattori sia stato l’inverso, toccherà alla Procura stabilirlo in base alle indagini condotte dai carabinieri della Compagnia locale. Ora, però, si lascia spazio al lutto e al cordoglio diffuso che in tanti stanno affrontando ora tra Nove, Bassano e Cassola.

Rispettivamente i luoghi dove aveva scelto di vivere con gli affetti più cari, dove era nata e cresciuta e infine dove, da ragazza ormai donna matura, aveva intrapreso un’attività imprenditoriale in prima persona: un moderno negozio nel campo del benessere e della cura del corpo, curato in ogni dettaglio. Lì dove spesso il rapporto tra cliente e operatrice spesso sfuma in confidenze e scambi di punti di vista, consigli e condivisioni di esperienze di vita. Proprio di fronte al salone “SP Estetique” di via Valsugana che porta le iniziali di Sara Pizzato, inaugurato appena due anni or sono, stasera alle 18.45 si ritroveranno amiche, colleghe e clienti affezionate. E chiunque voglia dedicare a lei un momento di preghiera e ricordo, in attesa che vengano sciolte le riserve di natura giudiziaria sul tragico evento e la famiglia di origine possa disporre del corpo per celebrare il rito religioso e, infine, procedere alla sepoltura.

Nell’era di internet e dei social, l’intimità dei ricordi e dei messaggi di affetto è resa pubblica da una serie sterminata di post che descrivono, piangono e illuminano chi è stata per loro Sara. Un vulcano di energia, di grinta, di resilienza. Per tante amiche, un esempio da cui conservare gelosamente nel cuore gli insegnamenti, in queste ore di inevitabile sconforto. Tra le tante parole buone e profonde su di lei, e di incoraggiamento per il bimbo, la madre e la sorella e in generale a chi le voleva davvero bene, sono proprio le sue stesse frasi scritte solo un paio di settimane fa, ad agosto, a lasciare il segno: “Cerchiamo di volerci bene. Ho dovuto ricominciare tante volte, e sempre ho ricominciato meglio di prima! Grazie a tutti coloro che mi vogliono bene, e grazie anche agli “altri”. Avete partecipato al mio miglioramento! Sempre si deve pensare e vedere positivo: è il mio punto di forza“. Insieme all’addio, saranno in tanti a riservarle anche un profondo grazie tra gli occhi lucidi di commozione.