Sigilli al laboratorio gestito da un cinese. Condizioni igieniche e di lavoro “indecenti” (VIDEO)

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L'angolo "cucina" utilizzato dai dipendenti in regola per l'assunzione ma abusivi per la residenza in locali non idonei

I finanzieri delle Fiamme Gialle vicentine si sono trovati all’interno di una fabbrica di confezioni per calzature e pelle dalle condizioni igieniche al limite dell’indecenza l’altro giorno, disponendo i sigilli per un laboratorio artigiano sito a Rosà e gestito da un 58enne di nazionalità cinese. Che ospitava all’interno, in condizioni insalubri come dimostrano le immagini diffuse dalla Gdf, sia come sede di lavoro sia per alcuni anche offrendo giacigli di fortuna – e abusivi – altri connazionali asiatici.

I sigilli sono stati apposti all’ingresso dell’edificio da quasi 500 metri quadrati attraverso la formula del sequestro preventivo d’urgenza all’azienda di produzione di “prodotti calzaturieri e di pelletteria di alta gamma”, il cui titolare è risultato essere M.Z., cittadino cinese da tempo in affari in Italia. Titolari del blitz andato a segno nei giorni scorsi gli operatori della caserma di Guardia di Finanza di Bassano del Grappa, insieme ai funzionari dell’Ispettorato del Lavoro di Vicenza. Oltre agli illeciti in ambito economico-finanziario, sarebbero state trasgredite anche le più elementari norme igienicosanitarie.

Secondo le indagini scaturite da un controllo sul piano fiscale e contributivo, si è andati a fondo per verificare la natura dell’attività in contrasto al fenomeno del noto “apri e chiudi, utilizzato in particolar modo da amministratori di nazionalità cinese- come spiega la nota dal comando provinciale-  rilevando che gli stessi, avvicendandosi nelle cariche aziendali, aprono ditte e poi le chiudono nel breve periodo, con la conseguente irreperibilità del titolare insolvente verso debiti tributari”. Numerosi i casi analoghi riscontrati nella sola provincia berica negli ultimi mesi, a Sandrigo e Caldogno i più recenti.

Tra le gravi mancanze, oltre a una serie di assenze di certificazioni obbligatorie sui più svariati temi di sicurezza, qualità, prevenzione incendi, tutela sanitaria etc, erano presenti 14 macchinari collegati a prese e quadri elettrici “scoperti”, mettendo in tal modo in reale pericolo i dipendenti – peraltro tutti in regola dal punto di vista dell’assunzione -. Infine, i locali adibiti a dormitorio di fortuna in condizioni igieniche carenti e del tutto abusivi e la presenza di due macchinari per la confezione di sacchetti in tessuto non idonei all’utilizzo su cui era già stato disposto un blocco vincolante anche qui per ragioni di sicurezza e igiene, evidentemente non rispettato.