Schede ospedaliere: ecco tutte le novità nella programmazione dell’Ulss 7

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“Le schede ospedaliere sono importanti perché programmano, ma poi c’è tutto un lavoro sottostante discrezionale, effettuato dalla direzione dell’Ulss, che lo è altrettanto. Inoltre il fatto che un servizio sia previsto nelle schede non significa che verrà sicuramente realizzato, perché viste le carenze nel reperimento dei medici bisognerà fare di necessità virtù”. Lo ha detto stamane ai media il Commissario dell’Ulss 7 Pedemontana, Bortolo Simoni, nel presentare le dotazioni sanitarie per i prossimi cinque anni, così come licenziate dalla Giunta Regionale veneta ieri pomeriggio dopo due mesi di discussioni, polemiche, rimodellamenti, richieste, raccolte firme, concessioni e dinieghi che hanno visto protagonisti i sindaci dei due Distretti nei quali questa Ulss da 367mila abitanti (180mila nel Bassanese e 187mila nell’Alto Vicentino) è suddivisa.

La Giunta regionale del Veneto ha approvato infatti ieri, in via definitiva, le nuove schede ospedaliere che, sulla base del Piano Sociosanitario regionale 2019-2023 già in vigore, ridisegnano la dotazione di posti letto, reparti e primariati nel settore pubblico veneto.

I numeri della sanità regionale per i prossimi anni

Il sistema ospedaliero regionale potrà contare su un totale di 17.990 posti letto contro i 17.861 della precedente programmazione (84 in più), dei quali 14.901 per acuti (compresi 398 da utilizzare per pazienti provenienti da fuori Veneto); e 3.089 per la riabilitazione (compresi 274 per pazienti da fuori Veneto). A questi, si aggiungono 2.013 posti letto nelle strutture intermedie, pensate per assistere al meglio i pazienti nel passaggio tra la fase acuta e il rientro a casa. “Non ci sono stati né tagli né ridimensionamenti, ma una rivisitazione delle dotazioni sulla base dei servizi da erogare per rispondere alle nuove esigenze di cura” afferma il presidente della Regione Luca Zaia.

“Le nuove schede – sottolinea Manuela Lanzarin, assessore regionale alla sanità e al sociale – tengono conto di fattori fondamentali: l’aumento delle cronicità e dell’aspettativa di vita, il calo generalizzato della natalità, l’ingresso di tecniche chirurgiche innovative che hanno diminuito l’invasività di molti interventi e quindi la durata dei ricoveri, i paletto posti dal DM 70/2015 nazionale, che è datato e va rivisto a livello nazionale”. L’assessore ricorda anche che “tutte le dotazioni assegnate per le aree medica, chirurgica, di terapia intensiva, materno infantile e riabilitativa sono superiori al tasso di occupazione medio degli ultimi cinque anni, il che significa che nessuno che ne abbia bisogno resterà senza il posto letto”. Fondamentale anche la nuova organizzazione per le post acuzie e la riabilitazione: “I reparti di riabilitazione funzionale sostituiranno progressivamente le lungodegenze, ma senza sospendere il servizio e l’assistenza nemmeno per un giorno, e con una valida dotazione dei posti letto nelle strutture intermedie” spiega Lanzarin.

In sintesi, le schede disegnano un sistema sanitario dove vengono aumentati i posti letto nell’Area Medica, nell’Area Riabilitativa e nell’Area Chirurgica e diminuiti quelli nell’Area Materno-Infantile, scelte legate al trend delle nascite in forte calo e all’invecchiamento della popolazione (dal 2013 al 2018 in regione la popolazione è calata dell’1%, gli ultrasettantenni sono aumentati del 13%, così come del 13% sono calate le nascite).

I criteri di assegnazione hanno seguito alcune fondamentali linee-guida, ossia un “no” e sette “si”. Il “no” è riferito alla duplicazione di servizi uguali nello stesso territorio. I “si” riguardano invece: l’accentramento dei servizi dove ciò non influisce su loro qualità e quantità; la possibilità per i Direttori Generali di organizzare la propria Ulss con l’Atto Aziendale; l’accentramento delle attività di cura a seconda dei “volumi”, che garantiscono la necessaria esperienza quali-quantitativa degli operatori in ognuna delle specialità; la garanzia di accesso e copertura per le patologie tempo-dipendenti; la differenziazione del ruolo degli ospedali nelle Reti specialistiche; l’attività in collaborazione tra equipe diverse; un ruolo ben definito dei privati accreditati.

Ospedale di Santorso: cosa cambia

  • I posti letto scendono a 400: erano 406 nel 2015, ma nella prima versione delle schede, del marzo scorso, la Giunta Regionale ne aveva proposti 410. I primariati sono 21, con un piccolo “giallo”: il documento di ieri passato per le mani dei consiglieri regionali prevedeva 20 primariati, a cui ne è stato aggiunto uno (otorinolaringoiatria) all’ultimo momento, tanto che è stata fatta un’aggiunta anche nelle slides presentate stamane dal commissario Simoni. I primariati sono così lo stesso numero sia a Santorso che a Bassano.
  • Rimane l’emodinamica h24 per il trattamento delle sindromi coronariche acute (ma le direttive nazionali indicano che dovrebbe essercene una ogni 400 mila abitanti, il che rende irrealizzabile averla – come indicano invece le schede – sia a Santorso che a Bassano).
  • E’ previsto un primariato per le malattie infettive ed è confermato quello di otorinolaringoiatria.
  • Previsti quattro posti letto di terapia intensiva neonatale, con attività garantita anche per gli ospedali di Bassano e Asiago: si tratta dell’unico esempio del genere in un centro non capoluogo. Confermata anche l’attività di procreazione medicalmente assistita.
  • Sono previsti 15 posti letto di chirurgia senologica (con primario)
  • La medicina trasfusionale e il laboratorio di analisi avranno una funzione di coordinamento per l’intera rete aziendale. Idem per anatomia e istologia patologica.
  • Prevista un’unità semplice di chirurgia plastica ricostruttiva e centro di senologia multidisciplinare.
  • Urologia viene declassata a unità semplice con 8 letti a disposizione, dopo due anni senza primario e dopo aver perso un’eccellenza come il dottor Rahmati, passato recentemente alla sanità privata.
  • Scendono a 16 i posti letto in psichiatria, che però diventa struttura con pronto soccorso ad accesso diretto.
  • Ortopedia rimane solo come centro trauma e perde tutta la parte d’elezione (26 posti letto contro i 40 di Bassano)
  • Nefrologia viene declassata a unità semplice.

Ospedale di Bassano: cosa cambia

  • I posti letto crescono da 376 a 378 (+2 rispetto al 2015), i primariati sono 21.
  • L’unità operativa complessa di oncologia viene confermata e diventa oncoematologia.
  • E’ prevista l’emodinamica h24.
  • Il laboratorio di analisi perde il primariato e viene unito a quello degli altri due ospedali
  • E’ prevista l’unità operativa complessa di nefrologia con posti letto tecnici di dialisi.
  • Prevista una unità semplice dipartimentale di chirurgia senologica
  • Sono ben 40 i posti letto previsti in ortopedia, che diventa centro regionale per la protesica mininvasiva di anca e spalla (la cosiddetta ortopedia d’elezione, non legata a traumi)
  • La chirurgia vascolare e l’urologia (16 posti letto, e primario) avranno qui il coordinamento per tutta l’azienda Ulss.
  • Anatomia ed istologia patologica diventano unità semplice dipartimentale
  • Dopo le sollecitazioni dei sindaci, sono stati rimessi 16 posti letto in psichiatria (togliendone una parte a Santorso).

Ospedale di Asiago

  • Saranno 104 i posti letto disponibili per l’ospedale dell’Altopiano (- 1, erano infatti 105 nel 2015) e 3 i primariati.
  • 40 sono i posti letti previsti in medicina generale (dove è confermata l’unità semplice di cardiologia)
  • 16 quelli dell’area chirurgica (10 in ortopedia e traumatologia e 6 in chirurgia generale): qui le schede prevedono un’unità semplice di day surgery dedicata alla chirurgia d’elezione (ossia programmabile e multidiscilinare)
  • 8 posti letto sono previsti per l’area materno-infantile (2 in pediatria e 6 in ostetricia e ginecologia, in rete con Bassano).
  • Passano da 27 a 40 i posti letto dedicati alla unità operativa complessa di riabilitazione, che rendono Asiago un polo aziendale di riferimento, sia per la riabilitazione ortopedica che cardiologica.