CineMachine | Avengers: Endgame

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REGIA: Anthony e Joe Russo ● CAST: Robert Downey Jr., Chris Evans, Mark Ruffalo, Chris Hemsworth, Scarlett Johansson, Jeremy Renner, Don Cheadle, Paul Rudd, Brie Larson, Karen Gillan, Danai Jekesai Gurira, Bradley Cooper, Josh Brolin, Evangeline Lilly, Sebastian Stan, Dave Bautista, Chadwick Boseman, Michelle Pfeiffer, Jon Favreau, Elizabeth Olsen, Ty Simpkins, Tom Holland, Gwyneth Paltrow, Hiroyuki Sanada, Pom Klementieff, Terry Notary, Tilda Swinton, Frank Grillo, Katherine Langford, Winston Duke, Kerry Condon, Sean Gunn, Benedict Wong, Emma Fuhrmann ● GENERE: avventura, azione, fantastico ● DURATA: 181 minuti ● DATA DI USCITA: 24 Aprile 2019 (Italia)

Avengers: Endgame del 2019 per la regia di Anthony e Joe Russo.

Endgame. La fine dei giochi. La fine di un decennio, iniziato con Iron Man (2008) di Jon Favreau che nel film in questione interpreta l’assistente di Tony Stark.

Siamo giunti ad Avengers: Endgame e perché ho proprio menzionato Tony Stark? Meglio conosciuto come Iron Man, il cavaliere quasi senza macchia che con la sua armatura e il suo carattere molto eccentrico ha fatto da filo conduttore a tutta la saga degli Avengers e in qualche modo anche dell’intero Marvel Cinematic Universe. Tony Stark, grazie all’interpretazione senza filtri di Robert Downey Jr., di fatto è il vero emblema di questa generazione di film supereroistici, molto più di un Captain America o di un qualsiasi altro supereroe ed è forse per questo che gli sceneggiatori si sono orientati verso un certo tipo di finale che rendesse gloria e onore a questo personaggio.

Di fatto la grande pecca di Avengers: Endgame sembrerebbe di essere più un Iron Man 4 che non un vero film sugli Avengers, ma queste sono traslitterazioni di significato che poco hanno a che vedere con il vero valore di questa pellicola.   

Non si può non affermare che questo genere di film ha segnato sicuramente più di una generazioni, riuscendo a conciliare il gusto dei fans con il desiderio di azione del pubblico più giovane. Un tipo di cinema che è riuscito a dare al pubblico quello che esattamente voleva: un prodotto di puro godimento.

Tutti, nel bene o nel male, hanno goduto con questo tipo di cinema. Chi esaltandolo, descrivendolo, studiandolo e vivisezionandolo con la precisione di un ingegnere aerospaziale e chi denigrandolo con la stessa accuratezza descrittiva dei primi. Insomma un filone cinematografico che ha tenuto quasi tutti in allerta.  

Dico quasi, perché al sottoscritto, come forse ad altri che saranno del mio stesso parere, questo tipo di cinema, ha lasciato piuttosto indifferente. Mi sono piaciuti i primi titoli, escludendo qualche oscenità buttata qua e là, ma il mio interesse è andato scemando nel corso del tempo, soprattutto quando ho cominciato a realizzare quello che voleva fare casa Marvel non era cinema, ma era un serializzazione televisiva trasposta al cinema.

L’ho pensata subito come una trovata aberrante per il valore che io riconosco nel cinema e alla sala. Eppure anch’io ho goduto di questo cinema e mi sono trovato paradossalmente felice di vedere quanto esso abbia influito sul ritorno della gente in sala.

Tornando a Endgame, non posso che confermare quanto appena detto. Il film è risultato godibile, ma non è stato esente da criticità. Una buona oretta mi è risultata alquanto noiosa, con molti spiegoni e un’azione pedante che si capiva da subito dove voleva andare a parare. È inutile rilevare che gli Avengers vincono. Questo non è spoiler, è pura logica. L’unica questione irrisolta che gli sceneggiatori ci lasciano è chi si sacrificherà per questa vittoria. Mi fermo qui, non temete che ho piacere che andiate in sala a vedere l’epilogo di questa storia.

Ci sono dei momenti in cui i personaggi si lanciato delle battute addosso e di rimbalzo arrivano contro al pubblico come delle bombe a mano, questo nell’intento di camuffare dei buchi di trama che ovviamente ci sono in un universo così esteso. Questo come per dire: “Non avevamo tempo di spiegare tutto”. Logica di sceneggiatura che spesso e volentieri ritorna in questo tipo universo cinematografico. Oltre a questo, si è voluto fare di più, ovvero prendere dei riferimenti dal cinema popolare, per giustificare delle scelte molto banali per risolvere la fabula. Tutto nella normalità insomma.  

La regia non mi è piaciuta. Troppo montaggio e un’azione ben poco coreografata, soprattutto nei momenti di sconto, dove l’azione risulta molto veloce e caotica.

Ritorno un attimo sui personaggi, solamente per dire che ho riso in alcuni tratti per come si è scelto di farli evolvere, ma alla fine, dopo un po’ che lì stai a guardare, ti viene da pensare quanto siano volontariamente ridicoli e fin troppo cartooneschi per prenderli veramente sul serio.       

Il pathos della storia cresce e si sviluppa con i suoi alti e bassi. La drammaticità c’è e coinvolge lo spettatore. Ma tutto questo nasce non tanto da una sceneggiatura ben scritta o da una caratterizzazione accattivante dei personaggi, ma più da un affetto che il pubblico ha coltivato nel corso del tempo, accumulando su di sé molte sensazioni ed emozioni che durano nel momento, ma si disperdono nel tempo ed è questo il vero indice di quanto questo tipo di cinema non sia vero cinema.

Tra vent’anni si parlerà ancora degli Avengers? Ci ricorderemo ancora di questo cinema o come è stato per i film culturista-muscolare degli anni Ottanta, tutto finirà nel dimenticatoio? Forse internet ci aiuterà a non dimenticare, ma a ragione dico che forse sarebbe meglio cominciare un pochino a crescere ed a valutare la moneta per quello che effettivamente vale. Perché diciamocelo, dalla maggior parte delle persone che vanno a vedere questo tipo di cinema, non ci si aspetta che prestino troppa attenzione durante la proiezione. Oserei dire, senza in realtà spostarmi troppo dal vero, che questo cinema è prodotto appositamente per far spegnere il cervello alle persone.    

I valori della famiglia e dell’amicizia che vengono proposti sono avulsi dal nostro quotidiano e sarà forse per quello che non riusciamo a concretizzarli nella nostra vita. Questi supereroi sono tanto distanti da noi, in quanto sono l’ideale fumettistico/cinematografico di quello che ognuno di noi vorrebbe essere e questo crea un’enorme confusione tra realtà e finzione, creando un baricentro ideale ed utopistico dove noi possiamo essere Iron Man e fare quello che ci pare, ma poi cambiare e fare dei sacrifici molto importanti.

Nella realtà è difficile che le persone cambino così repentinamente ed è per questo che affermo che questo cinema è adatto ad un pubblico infantile, perché l’infante è malleabile e si trova in una condizione di assimilazione di messaggio e di strutturazione dell’essere che potrà diventare. Un adulto che vede Iron Man, non può che evidenziare la potenza e la caparbietà di tale personaggio, ammirandolo e idolatrandolo quasi fosse un Dio, ma da questo punto non si smuove e non apprende alcunché di realmente importante per la sua esistenza.

Alla fine possono sgorgare le lacrime, ma neanche tante alla fine. Può partire un applauso, può partire un urlo di stupore del pubblico in sala, ma tornando a casa non si ha l’impressione di aver digerito male? Tutto molto bello, ma mi sorge un dubbio. Questa è la sensazione che spesso ho quando vado a vedere questo tipo di cinema e vedendo Endgame non ho potuto che annuire e riconoscere il grandissimo lavoro che registi, attori, produttori, operatori, tecnici, fotografi e tanti altri hanno fatto per il mondo Marvel, omaggiando il genio di Stan Lee, ma ricordandomi di essere davanti a qualcosa che non è e non potrà mai essere dentro le corde del grande cinema e probabilmente neanche gli interessa.     

Tutto molto bello. Tutto molto muscolare, emozionale e divertente. Ma alla fine ciò che rimane è un nulla di sensazioni e tanti bei propositi che colmano con la consapevolezza che alla fine, con le loro perdite e i loro sacrifici, i buoni trionfano e i cattivi perdono. Nella vita questo tipo di cose non accadono. Purtroppo.