Sproporzione tra reddito e patrimonio: sequestrati 300 mila euro a un pregiudicato

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Un uomo di 45 anni originario della Sicilia ma residente nel Vicentino è stato “privato” di fondi personali per una cifra vicina ai 300 mila euro, visti i fondati sospetti da parte della Guardia Finanza sull’operato dell’indagato. Si tratta di un pregiudicato implicato in diversi procedimenti penali la cui sproporzione tra redditi dichiarati al fisco italiano e gli introiti effettivi hanno attirato l’attenzione delle Fiamme Gialle di Venezia.

Per il messinese di nascita, che da qualche tempo risiede a Camisano Vicentino, è scattato su autorizzazione della Procura berica il sequestro preventivo in modo da tutelare le casse pubbliche, in attesa della conclusione di più processi a suo carico. Si tratta di un nominativo legato alla criminalità organizzata.

A G.S. (sono le iniziali del plurindagato), quindi, la visita dei finanzieri è costata un gruzzolo importante messo da parte, prelevato da conti personali e quote societarie a lui intestati, oltre a beni immobili di diversa natura e valore. Il tutto ai fini della futura confisca in seguito alle indagini condotte dal nuclei militari del Gico, che si occupa di criminalità e mafie. Nel dettaglio lo Stato diventerà proprietario a tutti gli effetti di una ditta individuale e porzioni di titolarità di quote di ben cinque società, di cui due con edifici annessi.

Intorno al nome del 45enne siciliano si trovano più procedimenti legati ad associazione a delinquere, traffici di droga, truffe ma anche ricettazione e falso. Sul piano fiscale, che affianca il penale affidato alla giustizia da tempo, i giudici hanno deciso di intervenire per evitare che i proventi di probabile illecita natura vengano dispersi, togliendoli dalla sua disponibilità diretta, prima delle conclusione dei processi a suo carico. La sproporzione tra redditi percepiti e tenore di vita di cui parlano i finanzieri nella nota diffusa stamattina sarà vagliata nei minimi dettagli.

Sotto indagini risultano essere due aziende di ristorazione con sede a Vicenza, una ditta individuale “incognita” che porta il nome dell’indagato, un autolavaggio di Montegalda intestato a una donna straniera di 39 anni, una ditta siciliana che commercia componenti per auto e, infine, anche una società di noleggio di veicoli sempre del capoluogo berico.