Afghanistan, allarme degli Usa: si temono attacchi dell’Isis. A Fiumicino arrivano oltre 200 afghani

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A una settimana dalla presa di Kabul da parte dei talebani, la situazione all’aeroporto non fa che peggiorare. Lo scalo è in una situazione di “pandemonio assoluto” secondo la testimonianza sul campo di Sky news che racconta di “almeno tre” corpi ritrovati senza vita per la ressa fuori. Ma ora alla difficoltà di evacuare migliaia di persone, si aggiunge una minaccia più grande, la più seria secondo quanto riferito da fonti della sicurezza statunitense citate dal New York Times: l’Isis. Il timore è che i militanti della branca afghana dello Stato islamico possano approfittare della folla per sferrare attacchi che avrebbero il duplice obiettivo di infliggere un duro colpo agli americani e danneggiare i Talebani, di cui sono il principale nemico. Per questo l’ambasciata Usa ha lanciato appelli affinché si eviti la zona dell’aeroporto. Ed è per questo che i militari degli Stati Uniti, in base alle informazioni della Cnn, starebbero studiando anche “percorsi alternativi” a quelli utilizzati fino a questo momento per raggiungere l’aeroporto. Biden, secondo quanto riporta il Wall Street Journal, potrebbe anche ordinare alle compagnie aeree americane di aiutare a trasportare le persone evacuate dall’Afghanistan.

“Quello che sta accadendo a Kabul è una vergogna per l’America” tuona intanto Donald Trump, che nel corso di un comizio in Alabama attacca il presidente degli Usa definendo “un terribile errore” quanto deciso dalla Casa Bianca sull’Afghanistan: “Siamo di fronte a un disastro senza precedenti”-  afferma il predecessore di Biden- “l’Europa e la Nato non credono più in noi”.

Prosegue l’operazione “Aquila Omnia” che prevede il trasferimento dei collaboratori afgani e delle loro famiglie in Italia. Poco dopo le 7 di questa mattina sono arrivati a Fiumicino, a bordo di un Boeing KC767 dell’Aeronautica militare, altri 211 afghani, evacuati da Kabul via Kuwait City nell’ambito del ponte aereo organizzato dalla Difesa. Una volta ultimata la profilassi anti-Covid, i rifugiati sono stati trasferiti, con mezzi dell’Esercito,presso strutture dedicate. Sono 8 gli aerei messi in campo dalla Difesa per l’operazione “Aquila Omnia”.