Clima, Onu: moltiplicano i decessi per cambiamento meteo

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Quasi la metà della popolazione mondiale vive in aree altamente vulnerabili ai cambiamenti climatici. Negli ultimi 10 anni il numero dei morti per siccità, nubifragi e uragani è stato 15 volte più alto. Così dichiarano gli esperti di clima dell’Onu nella sintesi per i decisori politici del sesto Rapporto di valutazione. “Nel frattempo – sottolineano – occorre tagliare subito le emissioni di gas serra in tutti i settori e dimezzarle entro il 2030″.

Piero Lionello, autore principale del Sesto rapporto di valutazione del “Climate Change 2022: Impatti, adattamento e vulnerabilità” scrive che con l’aumento del riscaldamento globale si ridurranno inoltre gli habitat adatti agli attuali ecosistemi terrestri e marini e cambierà irreversibilmente la loro composizione, con effetti la cui gravità aumenta al di sopra del livello di riscaldamento globale di 2 gradi. Le misure di adattamento allo stress termico della popolazione e il contenimento dei rischi da ondate di calore necessitano di molteplici interventi su edifici e spazi urbani”.

La produzione agricola: Lionello ricorda poi che a causa di una combinazione di caldo e siccità, si prevedono nel XXI secolo perdite sostanziali in termini di produzione agricola per la maggior parte delle aree europee mentre il rischio di scarsità di risorse idriche nell’Europa centro-occidentale diventa molto alto nel caso di +3 gradi di temperatura; nell’Europa meridionale il rischio è già elevato per un livello di riscaldamento globale di 1,5 gradi. “A causa dell’aumento delle precipitazioni estreme in molte aree Europee e dell’innalzamento del livello del mare lungo praticamente tutte le coste (un’eccezione è la penisola Scandinava) – spiega lo scienziato – i rischi per le persone e le infrastrutture derivanti dalle inondazioni costiere, fluviali e pluviali aumenteranno in molte regioni d’Europa”.