Coronavirus, Usa primi al mondo per numero di casi. Telefonata Trump-Xi

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Mentre il Senato approva il maxi piano di aiuti voluto da Donald Trump, in attesa ora del via libera finale della Camera, gli Stati Uniti superano l’Italia e diventano il primo Paese al mondo per numero di contagi da coronavirus: sono 81.321, secondo i dati del New York Times. Oltre mille le vittime negli States dall’inizio dell’epidemia.

Impennata di casi nello Stato di New York: oltre 37mila, con 100 morti in 24 ore che portano il conto a 385. Di questi, 192 sono nella Grande Mela, dove il sindaco Bill De Blasio prevede che metà dei newyorkesi, circa 4 milioni di persone, sarà contagiata.

Ma Donald Trump minimizza e commentando il primato, arriva anche a mettere in dubbio l’affidabilità dei dati diffusi da Pechino salvo poi ricucire in serata con un colloquio telefonico con Xi Jinping. “Non si sa quali siano i numeri della Cina”, ha osservato il tycoon, ribadendo che la pandemia è partita dallo Stato del Dragone e che per questo il virus va chiamato “cinese”. Ha poi ipotizzato che il dato potrebbe rappresentare un “tributo” all’elevato numero di tamponi effettuati in America. “Ne abbiamo fatti più noi in 8 giorni – ha dichiarato – che la Corea del Sud in 8 settimane”.

In serata la telefonata tra l’inquilino della Casa Bianca e il leader cinese. Poi il tweet: “Ho appena concluso un’ottima conversazione con il presidente Xi della Cina. Discusso in dettaglio il coronavirus che sta devastando gran parte del nostro Pianeta. La Cina ha molta esperienza e ha sviluppato una forte conoscenza del virus. Stiamo lavorando a stretto contatto insieme. Molto rispetto!”.

Il presidente americano ha inoltre proposto “un grande meeting” con gli altri leader del G20, menzionandoli uno per uno, compreso il Presidente del consiglio italiano Giuseppe Conte sottolineano il comune impegno per superare l’emergenza coronavirus. E in una telefonata con il presidente francese Macron ha messo a punto un’iniziativa comune.

Trump continua anche ad insistere sulla necessità di far ripartire al più presto il Paese. “Dobbiamo cominciare a riportare l’America al lavoro”, ha detto il leader della Casa Bianca spiegando che bisogna individuare le aree meno colpite da dove far ripartire l’attività. Negli Usa sono intanto schizzate a 3,3 milioni le richieste di sussidi di disoccupazione la scorsa settimana: un dato senza precedenti. “E’ agghiacciante. E questo è solo l’inizio. Peggiorerà”, ha avvertito il sindaco di New York Bill, stimando che mezzo milione di persone nella Grande Mela perderanno il lavoro.