Cybercrime, rapporto Clusit: “Emergenza globale, danni oltre 6% Pil mondiale”

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La cybersicurezza è “un’emergenza globale”. Non ha dubbi Clusit (Associazione italiana per la sicurezza informatica) che, nel suo rapporto sul primo semestre del 2021, lancia l’allarme sugli “impatti profondi su ogni aspetto della società e della geopolitica” che ne derivano e “sui danni economici stimati “pari a oltre il 6% del Pil mondiale”. Secondo il report, si sono registrati il 24% in più di attacchi gravi e quelli con effetti “molto critici o devastanti” sono cresciuti dal 49% al 74%.

Secondo i ricercatori, a livello mondiale, nel primo semestre 2021 sono aumentati del 21% gli attacchi gravi compiuti per finalità di cybercrime, cioè per estorcere denaro, che rappresentano l’88% del totale. In diminuzione invece quelli classificati come attività di Cyber Espionage (-36,7%), dopo il picco straordinario del 2020 dovuto principalmente allo spionaggio relativo allo sviluppo di vaccini e cure per il Covid.

Tra le tecniche d’attacco più utilizzate spunta il “malware” che rappresenta il 43% del totale, in crescita del 10,5%. Subito dopo ci sono le cosiddette “Unknown” ossia tecniche scientifiche sconosciute, in aumento del 13,9% sul secondo semestre 2020; crescono dell’11,6% gli attacchi gravi condotti con “tecniche multiple”.

In termini percentuali, la categoria più colpita è “government”, che rappresenta il 16% del totale; al secondo posto ancora la sanità (13% degli attacchi totali), seguita da “multiple targets”, che in questo semestre rappresenta il 12% delle vittime. Quanto alla distribuzione geografica degli attacchi, nel primo semestre 2021 sono aumentati del 10% quelli verso realtà basate in Europa, mentre rimangono invariate le percentuali di vittime di area americana e asiatica.

Cioè che auspica Clusit è che il Piano nazionale di ripresa e resilienza “possa rappresentare l’occasione di mettersi al passo e colmare le proprie lacune anche in ambito cyber” come dichiarato da Andrea Zapparoli Manzoni, co-autore del rapporto.