Dieci anni dal disastro di Fukushima: il Giappone si ferma per ricordare

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La centrale danneggiata dopo lo tsunami sulle coste orientali giapponesi

Il Giappone commemora oggi i 10 anni dalla triplice catastrofe di Fukushima: il terremoto magnitudo 9, il successivo tsunami e la dispersione delle radiazioni dalla centrale nucleare costati la vita a oltre 15.000 persone. Previste cerimonie in diverse città. I residenti delle aree maggiormente colpite dal disastro, Iwate e Miyagi, hanno osservato un minuto di silenzio, esattamente alle 14:46 (le 6:46 in Italia), l’orario preciso in cui si è verificato il sisma.

Molte municipalità hanno deciso di andare avanti con l’organizzazione delle cerimonie dopo la cancellazione dell’anno scorso a causa della pandemia. Anche a Tokyo un memoriale verrà organizzato al Teatro Nazionale con la presenza del premier Yoshihide Suga, l’Imperatore Naruhito e la consorte Masako, ma in questa occasione il pubblico non sarà ammesso per le tradizionali offerte floreali. Intanto nel corso di una visita nella prefettura di Fukushima, nei giorni scorsi, Suga ha ribadito la volontà del governo di andare avanti col processo di ricostruzione nelle aree devastate, e in questa direzione rientra l’estensione fino al 2031 dell’operato dell’Agenzia della Ricostruzione, costituita appositamente per coordinare la riedificazione dell’area.

Ad oggi più di 30.000 miliardi di yen, ovvero 232 miliardi di euro, sono stati spesi in progetti di ricomposizione del territorio negli ultimi 10 anni, con gli ordini di evacuazione rimossi solo parzialmente in alcune aree, mentre va avanti il processo di decontaminazione della regione. Un compito giudicato mastodontico considerato che la zona che rimane inaccessibile, in particolare nei pressi della centrale atomica di Fukushima Daiichi, ha un’estensione di 337 km quadrati. Sebbene il numero degli sfollati si sia ridotto progressivamente, circa 40 mila persone non sono ancora autorizzate a tornare nelle loro abitazioni.