Disastro aereo Ethiopian: anche gli Usa fermano i Boeing 737. Scatola nera a Parigi

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Lufthansa Airbus A300 B2. Bei Lufthansa von 1976 bis 1984 in Service. Foto: LH-Bildarchiv / Lufthansa: 1976 D 117-13-91

Dopo il disastro aereo di domenica 10 marzo che ha coinvolto un velivolo della Ethiopian Airlines con 157 persone a bordo, tutte morte, anche gli Stati Uniti fermano i voli del Boeing 737 Max 8 e 9. La decisione, “con effetto immediato”, è stata annunciata personalmente dal presidente Donald Trump. “La sicurezza del popolo americano, di tutte le persone, è la nostra preoccupazione principale”, ha rimarcato il capo della Casa Bianca.

Il colosso aeronautico di Seattle, preceduto proprio da un tweet di Donald Trump, ha ribadito la sua piena fiducia nel modello, ma ha annunciato di aver raccomandato, “per abbondanza di precauzione e per rassicurare il pubblico, alla Federal Aviation Administration (FAA), la temporanea sospensione dell’intera flotta di 371 velivoli 737 Max”.

La lista dei Paesi che hanno adottato questa misura dopo il disastro di Addis Abeba si allarga di ora in ora e ormai copre quasi tutto il pianeta, comprese l’Europa e ovviamente anche l’Italia. Gli ultimi Paesi ad accodarsi alla decisione sono stati India, Nuova Zelanda e Vietnam.

Per il costruttore Usa sono ore difficili sia in Borsa, dove il titolo continua a perdere colpi, sia nell’immagine: alcune compagnie, infatti, starebbero rivedendo i propri ordini cancellando quelli già firmati per il 737 Max. Come, ad esempio l’indonesiana Lion Air, la compagnia del primo incidente avvenuto a fine ottobre scorso e che è costato la vita a 189 passeggeri e personale di bordo. Anche la Ethiopian starebbe modificando i propri piani di acquisto con Boeing.

Ma nel frattempo le indagini proseguono e si cerca di capire la dinamica dell’ultimo incidente della Ethiopian Airlines. Le immagini del disastro mostrano un gigantesco cratere e si ritiene che l’aero sia precipitato a forte velocità. Probabilmente, già nelle prossime ore potrebbero essere ricostruite, grazie ai registratori di bordo e all’analisi della scatola nera, le ultime fasi del drammatico incidente che è costato la vita a 157 persone.

La compagnia etiope, ha affidato alla Francia due componenti della scatola nera: quella che registra le voci dei piloti  e quella che acquisisce i dati tecnici.