Il dissidente Alexei Navalny è tornato in Russia: resterà in carcere per 30 giorni

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Il dissidente Alexei Anatolievich Navalny tornato ieri in Russia dopo 5 mesi in Germania, dove era stato curato per un sospetto avvelenamento da Novichok, è stato arrestato senza che abbia potuto “parlare con il suo avvocato”, come informa la sua portavoce Kira Yarmush.

Il giudice del Tribunale del municipio di Khimki ha condannato l’oppositore russo Aleksey Navalny a 30 giorni di arresto. Lo riporta la sua portavoce, Kira Yarmish, su Twitter. La richiesta di condanna è stata avanzata dalla sezione moscovita del Servizio penitenziario federale. Secondo Ivan Zhdanov, direttore della fondazione anti-corruzione di Navalny, “nessuno ha detto esattamente quali siano i motivi legali alla base del fermo”.

Via Twitter la portavoce Yarmush precisa: “L’avvocato di Alexey, Olga Mikhailova, è rimasta un’ora davanti al dipartimento di polizia di Khimki, ha presentato alla polizia il suo mandato e le sue credenziali. Nonostante questo, si sono rifiutati di farla entrare senza dare nessuna spiegazione”. La Yarmush ha poi aggiunto che “Mikhailova e Vadim Kobzev (anch’egli avvocato) sono stati ammessi all’interno del dipartimento ma non hanno comunque potuto vedere Aleksej”.

Sul fronte internazionale le proteste sono state molteplici nei confronti del Cremlino. La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha condannato l’arresto di Navalny. “Le autorità russe devono rilasciarlo immediatamente e garantire la sua sicurezza. La detenzione di oppositori politici è contraria agli impegni internazionali della Russia”, ha sottolineato la presidente dell’esecutivo comunitario che, ha poi auspicato un’indagine approfondita e indipendente sull’attacco alla vita di Alexei Navalny”, precisando che l’Ue monitorerà da vicino la situazione.

Via Twitter è intervenuto anche il presidente del Consiglio Ue Charles Michel: “L’arresto di Alexey Navalny all’arrivo a Mosca è inaccettabile. Chiedo alle autorità russe di rilasciarlo immediatamente” ed ha chiesto all’Unione Europea di varare sanzioni contro Mosca.

Anche la Germania con il ministro degli Esteri Heiko Maas, chiede a Mosca “il rilascio immediato”. Il suo arresto, ha detto , “è totalmente incomprensibile”.

Sulla stessa lunghezza d’onda anche il ministro degli Esteri italiano, Luigi Di Maio e quello francese, Jean-Yves Le Drian. Entrambi hanno chiesto il rilascio immediato.

Tuttavia le autorità russe difendono le proprie posizioni anche se con argomentazioni piuttosto astruse e per bocca del ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov fanno sapere: la reazione ‘entusiasta’ dei Paesi occidentali al ritorno di Alexey Navalny in Russia è dovuta alla volontà di distogliere l’attenzione della “profonda crisi” in cui versa “il modello di sviluppo liberale”.