Il vaiolo delle scimmie spaventa New York: lunghe code per vaccinarsi

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E’ allerta vaiolo delle scimmie negli Usa, in particolare a New York dove nell’ultimo mese, i casi hanno registrato una brusca impennata, passando da 10 a 461 in pochi giorni e la città non resta a guardare. Sono infatti stati aperti in tempi record i primi centri per la vaccinazione, con migliaia di residenti in coda nonostante il caldo asfissiante. Nel tentativo di invertire la tendenza e limitare la diffusione di un virus che ha raddoppiato il numero di pazienti in meno di una settimana, la metropoli americana (dove vivono oltre otto milioni di persone), ha aperto quattro siti di vaccinazione di massa ieri

Il commissario sanitario di New York City, Ashwin Vasan, ha detto che la città “sta combattendo contro due pandemie contemporaneamente”, dopo che una scarsa fornitura di vaccini e un ritardo nei test hanno generato uno dei più grandi focolai di vaiolo delle scimmie mai registrato

Vaccinazioni record. Prenotate in sette minuti tutte e 9.200 dosi di vaccino. L’autorità sanitaria quindi ha provveduto a fornire altre 4.000 dosi del farmaco, ma la domanda rimane di gran lunga superiore all’offerta. In città del resto l’attenzione è alta visto che il numero dei casi raddoppia ogni cinque giorni. NY rappresenta da sola un quarto delle infezioni totali accertate negli Stati Uniti e il 2% dei casi a livello mondiale. Il 95% di chi ha contratto l’infezione è uomo.

Alcuni newyorkesi hanno lamentato i disagi dovuti alla difficoltà nel prenotare il vaccino online perché il sito si è più volte bloccato, ma altri si sono detti “fortunati per aver trovato un posto in lista d’attesa, essendo ancora relativamente poche le dosi disponibili in città”

Intanto uno studio, pubblicato su Eurosurveillance, ha fatto un po’ di chiarezza sulle modalità di trasmissione di questa malattia. A quanto pare il virus Monkeypox viene spesso rilevato nella saliva, nello sperma e in altri campioni clinici di pazienti infetti. È noto infatti che la malattia si trasmette per contatto diretto con le lesioni di un paziente contagiato, ma poco si sa circa la possibile presenza di virus in altri campioni biologici, come saliva, urina o sperma.