Iran, ennesimo caso di avvelenamento di studentesse: 35 in ospedale

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In Iran un atroce dubbio ha trovato conferma. Da mesi si avvelenano consapevolmente le studentesse al solo scopo di chiudere le scuole femminili. L’ultimo caso riguarda un istituto superiore di Khayyam di Pardis, una città vicina a Teheran. Almeno 35 studentesse sono state ricoverate dopo aver inalato gas tossico.

Episodi di questo tipo sono diventati sistematici nel Paese: nei mesi scorsi è già successo in scuole di altre città tra cui Qom, Ardebil, Boroujerd, Sari, oltre che nella capitale. Prima dell’episodio di Pardis, intossicazioni di studentesse sono state denunciate dalle autorità sanitarie anche in provincia di Lorestan e Boroujerd, dove solo la scorsa settimana si erano verificati già tre episodi analoghi.

Obiettivo raggiunto: le scuole dove sono state riportate le intossicazioni sono state chiuse.

Avvelenamenti liquidati come incidenti. Inizialmente i funzionari iraniani avevano liquidato i casi come incidenti, ma ora anche di fronte alle proteste, li descrivono come attacchi intenzionali che hanno coinvolto circa 30 scuole. Il procuratore generale iraniano ha ordinato un’indagine e anche l’intelligence sta facendo altrettanto.

Genitori in protesta. Secondo l’agenzia Irna, il 14 febbraio i genitori delle alunne rimaste coinvolte in questa serie di avvelenamenti, si sono riuniti davanti al governatorato della città per “chiedere spiegazioni”. “I ministeri dell’Intelligence e dell’Istruzione stanno collaborando per trovare la fonte dell’avvelenamento”, ha dichiarato il portavoce del governo Ali Bahadori Jahromi. “E’ emerso che alcuni individui volevano che tutte le scuole, soprattutto quelle femminili, fossero chiuse”, ha detto il ministro Panahi. Al momento comunque non è stato individuato alcun responsabile.