La nuova legge imposta dalla Cina si abbatte su Hong Kong: arrestato l’imprenditore pro-democrazia Jimmy Lai

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Primi effetti ad Hong Kong, della legge sulla sicurezza nazionale, imposta dalla Cina ed entrata in vigore il 30 giugno scorso.

Il tycoon Jimmy Lai, tra le figure di maggior rilievo del fronte democratico di Hong Kong, è stato arrestato. L‘editore, è stato fermato nella mattina per sospetta “collusione con forze straniere”, uno dei reati punibili con pene fino all’ergastolo dalla nuova legge.

Sulla sua pagina Facebook il tabloid Apple Daily, di proprietà dello stesso Lai, ha pubblicato immagini dell’arresto del tycoon 71enne, preso in consegna dagli agenti nella sua abitazione a Ho Man Tin, un’area residenziale sulla penisola di Kowloon.

Jimmy Lai, pseudonimo di Lai Chee-Ying, è un imprenditore, giornalista e attivista hongkonghese. Ha fondato la catena d’abbigliamento Giordano e Next Digital, società dell’informazione quotata in borsa. È uno dei più noti sostenitori del movimento pro-democrazia di Hong Kong.

Quando all’inizio di quest’anno è stato accusato per il suo coinvolgimento nelle proteste, che hanno infiammato Hong Kong per settimane, i media statali cinesi lo hanno soprannominato il “cervello della rivolta” che “ha diffuso ondate di odio e informazioni negative sulla Cina continentale giorno e notte”. Il 30 giugno, quando è stata approvata la legge sulla sicurezza, Lai ha dichiarato alla BBC: questo “segna la campana a morto per Hong Kong” avvertendo che la Regione ‘speciale’ sarebbe diventata corrotta come la Cina continentale perché “senza lo Stato di diritto, le persone che fanno affari qui non avranno protezione”.

Gli agenti hanno compiuto un blitz anche nella sede del gruppo di Lai, nel quartiere di Tseung Kwan O “per raccogliere prove legate alla violazione della sicurezza nazionale” e non si escludono ulteriori arresti nel corso della giornata.

Oltre a Lai, almeno altre sei persone sono state arrestate nella stessa operazione, tutte di Hong Kong, di età compresa tra i 39 e i 72 anni, per violazioni alla legge sulla sicurezza nazionale, associazione finalizzata alla frode e altri reati. Tra gli arrestati, scrive il South China Morning Post, ci sono alcuni dirigenti del gruppo di Lai e anche i due figli dell’imprenditore dei media di Hong Kong.