Medio Oriente, attacco aereo tra Hezbollah e Israele. Blinken oggi in Turchia

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Hezbollah ha rivendicato il lancio di 62 razzi nel nord di Israele questa mattina come “risposta iniziale” all’uccisione del leader di Hamas Saleh al-Arouri. Almeno 15 palestinesi sono morti e diversi altri sono rimasti feriti a seguito di un bombardamento effettuato stanotte da aerei da guerra israeliani a Deir al-Balah nel centro della Striscia di Gaza e a Khan Yunis nel sud. Attacco aereo anche contro un centro di comando Hezbollah nel sud del Libano.

Il ministro della Difesa israeliano, Gallant, afferma che il tempo per gli sforzi diplomatici volti a porre fine alle tensioni tra Israele e Hezbollah sta per scadere. “Preferiamo il percorso di una soluzione diplomatica concordata – dice – ma ci stiamo avvicinando al punto in cui la clessidra cambierà”.

Il segretario di Stato americano, Antony Blinken, è arrivato a Istanbul ieri sera per la prima tappa di un viaggio che include visite in Israele e Cisgiordania, insieme a cinque stati arabi. Oggi incontrerà il suo omologo Fidan: al centro dei colloqui la guerra a Gaza e l’adesione della Svezia alla Nato.

Il leader di Hamas, Ismail Haniyeh, commenta l’atteggiamento degli Stati Uniti e in questo caso della visita in Turchia del segretario di Stato americano: “Blinken deve aver imparato la lezione degli ultimi tre mesi; ora dovrebbe concentrarsi sugli errori commessi sostenendo ciecamente Israele. Ci auguriamo che il signor Blinken si sia reso conto della portata degli errori che gli Stati Uniti hanno commesso sostenendo ciecamente l’occupazione sionista e credendo alle sue bugie, che hanno provocato massacri e crimini di guerra senza precedenti contro il nostro popolo a Gaza”.

Intanto l’agenzia delle Nazioni Unite per le migrazioni ha lanciato un appello urgente per raccogliere 63 milioni di euro per sostenere la sua risposta ai crescenti e critici bisogni umanitari nei territori palestinesi. Le frequenti interruzioni delle reti di comunicazione hanno inoltre impedito il coordinamento degli aiuti umanitari, così come le strade bloccate e la scarsità di carburante.