Omicidio Kennedy: la scarcerazione del suo assassino divide famiglia e opinione pubblica

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Sta già scatenando mille polemiche la decisione della Commissione per la libertà condizionale della California di scarcerare Sirhan Sirhan, l’uomo condannato per l’assassinio di Robert Kennedy, avvenuto avvenuto poco dopo la mezzanotte del 5 giugno 1968 presso l’Hotel Ambassador di Los Angeles.

L’ultima parola spetterà comunque al governatore della California, Gavin Newson, dopo un periodo di revisione di 90 giorni, ma difficilmente la decisione verrà cambiata. Questa è la sedicesima richiesta di libertà condizionale per Sirhan, ormai 77enne e per la prima volta la procura non si è presentata in aula per opporsi.

Sirhan, che ferì altre cinque persone, nel 1969 fu inizialmente condannato alla camera a gas, poi la pena fu commutata nell’ergastolo con la possibilità di sconti alla detenzione, dopo la temporanea abolizione della pena capitale in California, nel 1972. “È passato più di mezzo secolo e quel giovane ragazzo impulsivo che ero non esiste più”, ha detto a sua difesa Sirhan durante l’ultima udienza, “il senatore Kennedy era la speranza del mondo e ho ferito e ho fatto del male a tutti e mi addolora rendermi conto di un atto così orribile”.

Intanto sulla scarcerazione di Sirhan il clan Kennedy si spacca. Sei degli undici figli dell’ex senatore e candidato democratico alla Casa Bianca, condannano la decisione del Commissione di raccomandare la liberazione dell’assassino del padre, ovvero il profugo palestinese Sirhan Sirhan, ormai 77enne.”Ci ha strappato nostro padre. Siamo increduli di fronte al fatto che ne è stata raccomandata la liberazione”. Altri due figli del senatore, Robert Junior e Katherine Kennedy Townsend, si sono invece schierati a favore della decisione.

Rfk fu assassinato il 5 giugno 1968, in piena guerra del Vietnam e in un’America fortemente scossa dalle proteste anti-raziali e dall’assassinio di Martin Luther King. Robert era impegnato in una serrata campagna elettorale dopo il trionfo nelle primarie democratiche in California e sembrava un rivale credibile per sconfiggere Richard Nixon. La sua ambizione fu però stroncata nelle cucine dell’hotel Ambassador di Los Angeles dai colpi sparati da Sirhan, aspirante fantino. I motivi di quel gesto non sono mai stati molto convincenti e hanno dato vita a molte teorie del ‘complotto’.

L’ipotesi più accreditata riconduce quell’attentato al risentimento di Sirhan, per il sostegno dato da Robert a Israele nella ‘guerra dei sei giorni’. Nel 1948 Robert Kennedy visitò il Mandato britannico della Palestina e sul ‘The Boston Post’, rimarcò la sua ammirazione per la popolazione ebraica, che si tradusse durante il suo mandato di senatore, in un forte supporto allo Stato d’Israele.