San Pietroburgo, ucciso blogger russo Tatarsky. Wagner: “Bakhmut è nostra” ma Kiev smentisce

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Ieri in pieno centro a San Pietroburgo un’esplosione ha causato la morte di Vladlen Tatarsky, noto blogger militare nazionalista e corrispondente di guerra russo. Oltre 200 grammi di Tnt erano nascosti dentro a una statuetta che una ragazza aveva portato al blogger, facendola sembrare un regalo.

L’esplosione ha anche causato il ferimento di circa trenta persone. La giovane di 26 anni è russa e contro il conflitto; è stata arrestata con l’accusa di omicidio. Un sito web riporta che l’esplosione è avvenuta in un caffè che un tempo era appartenuto a Yevgeny Prigozhin, soprannominato “lo chef di Putin”, il capo del gruppo Wagner.

Vladlen Tatarsky, pseudonimo di Maxim Fomin, era seguitissimo sui social: aveva più di 560mila follower su Telegram. Era tra le centinaia di partecipanti alla sontuosa cerimonia organizzata dal Cremlino a settembre per proclamare l’annessione russa di quattro regioni parzialmente occupate dell’Ucraina. Era famoso per le sue critiche alle forze armate russe ogni qualvolta si verificavano insuccessi sul campo di battaglia. Un anno fa Tatarsky in un post ha scritto: “Fino a quando non scopriremo il nome di questo genio militare che ha posizionato il battaglione tattico vicino al fiume, e lui non risponde pubblicamente di questo, non ci saranno riforme nell’esercito”. In un altro post del maggio 2022 ha denunciato la sconfitta russa nella traversata fallita del fiume Seversky: “L’offensiva nel Donbass è ostacolata non solo dalla mancanza di informazioni efficaci dai droni ma anche dalla mancanza di generali di livello”. Aveva una lunga esperienza di guerra nel Donbass dal 2014 al 2015, al fianco dei separatisti del Donetsk: analizzava quotidianamente il corso dell’operazione e dava consigli ai mobilitati.

 Il ministero degli Esteri russo ha reso omaggio al blogger, scagliandosi contro i governi occidentali per non aver reagito all’attacco. La portavoce del ministero Maria Zakharova ha scritto: “Persone come Vladlen Tatarsky sono difensori della verità e la mancanza di reazione da parte dei governi occidentali nonostante le loro preoccupazioni per il benessere dei giornalisti e della stampa libera parla da sola”.

Intanto la battaglia per Bakhmut si sarebbe ufficialmente conclusa ieri sera con la bandiera russa issata sul municipio: “Tecnicamente, controlliamo la città mentre il nemico è rimasto nei quartieri occidentali”, ha detto il capo dei Wagner, affermando di voler dedicare la vittoria al blogger ultranazionalista Vladlen Tatarsky ma poche ore dopo lo stato maggiore ucraino ha smentito l’annuncio affermando che lo scontro è ancora in corso, e che l’esercito ucraino avrebbe ancora il controllo della città.