Ucraina-Russia: bombe su centro commerciale Kiev. Proseguono i colloqui

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Il conflitto russo-ucraino arriva al suo ventiseiesimo giorno. Le sirene antiaeree non cessano di suonare a Kiev e in altre regioni, come Kharkiv e Leopoli e nella capitale ucraina sono state colpite diverse abitazioni e un centro commerciale. I media locali parlano di almeno otto morti. La procura ha aperto un’indagine sull’attacco condotto nella notte con un missile. Secondo Kiev, i russi hanno usato armi vietate dal diritto internazionale. Nella capitale ucraina torna quindi il coprifuoco ‘rafforzato’, che sarà in vigore dalle 20 di oggi fino alle 7 del mattino di mercoledì.

Oggi sono proseguiti anche i colloqui anche se sembra esserci una situazione di stallo molto poco incoraggiante. Sono durati un’ora e mezzo i colloqui on-line tra le delegazioni di Russia e Ucraina poi la discussione è proseguita sotto forma di gruppi di lavoro. Il portavoce del Cremlino Peskov ha infatti dichiarato: “I progressi nei negoziati con Kiev sono minori di quelli che ci piacerebbero e al momento non c’è base per un incontro fra i presidenti Putin e Zelensky”. Poi parlando di un eventuale embargo al petrolio russo, Peskov ha sottolineato che colpirebbe tutti e avrebbe influenza molto seria e nefasta sul mercato energetico in Europa, ma puntualizzando che gli americani non ci perderanno niente.

Intanto il vicepremier russo Aleksandr Novak citato dalla Tass dichiara che è impossibile per l’Europa al momento fare a meno del gas russo, mentre per quanto riguarda il greggio le compagnie petrolifere russe hanno iniziato a reindirizzare i flussi verso Est. Il possibile embargo dell’Occidente al petrolio russo potrebbe causare una fiammata dei prezzi dell’oro nero che potrebbero schizzare a 300 dollari al barile, ha così aggiunto Novak. Immediata la replica del ministro degli Esteri tedesco Annalena Baerbock che da Bruxelles dice: “Se la Germania potesse fermare le importazioni di petrolio dalla Russia lo farebbe automaticamente. E’ importante che parliamo tra noi per capire come possiamo ridurre questa dipendenza. Ora stiamo preparando i passi da implementare molto presto nel futuro”, ha aggiunto la Baerbock, ribadendo che al momento Berlino importa molto petrolio da Mosca così come altri Paesi Ue.

Intanto quasi 3,5 milioni di ucraini sono fuggiti dal paese da quando è iniziata l’invasione russa. E’ l’ultimo bilancio fornito dall’Onu, che invita i paesi confinanti a mostrare una grande compassione nei confronti della loro situazione estrema. “Nelle ultime quattro settimane il mondo ha guardato con incredulità. Si sono perse innumerevoli vite mentre milioni di altre sono state completamente stravolte”, ha così detto il capo dell’Unhcr Filippo Grandi. Oggi il presidente del Consiglio, Mario Draghi, in visita al centro operativo della protezione civile di Palmanova (Udine) ha dichiarato che sull’accoglienza dei profughi ucraini la decisione fondamentale è stata ascoltare la disponibilità e l’entusiasmo degli italiani, la loro bontà. Quindi il sostegno non mancherà. “Il modo in cui abbiamo reagito a tutte le emergenze degli ultimi due anni – ha sottolineato il premier – è stato quello di integrare le decisioni del governo con quelle delle Regioni e dei Comuni. Questa alleanza istituzionale è un patrimonio che dobbiamo tenere anche nell’accoglienza dei 60mila cittadini ucraini ad oggi, e chissà quanti dopo”.