Discarica abusiva con 53 tonnellate di pneumatici inerti. Si indaga per reato ambientale

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La discarica allestita in maniera abusiva con gli “scarti” dell’officina per riparazioni di auto non era in regola, e di fatto costituiva un pericolo per l’ambiente intorno, facendo scattare la denuncia per due cittadini di Montebello e un sequestro di materiali e rottami in quantità ingente. In particolare di pneumatici, stoccati nel terreno privato di 350 metri quadrati per 53 tonnellate ora sotto sigilli.

Le indagini avviate dalla Guardia di Finanza del Comando Provinciale Vicenza riguardano in pratica l’ammassamento di tonnellate di rifiuti speciali, soggetti a particolari protocolli di smaltimento per legge, parte dei quali considerati nocivi a causa del rischio concreto di sversamenti nei terreni. Due i denunciati.

A recarsi nell’area di proprietà di un’attività artigianale nella periferia di Montebello sono stati i militari delle Fiamme Gialle della tenenza di Arzignano con il supporto dei tecnici dell’Arpav (Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale del Veneto). Gli ispettori si sono trovati di fronte una sorta di discarica a cielo aperto, su cui hanno lavorato per ore nei giorni scorsi, rinvenendo vecchi pneumatici fuori uso, parabrezza di auto, oli esausti, pastiglie freni, cerchioni in ferro di autoveicoli, batterie auto esauste, materiale ferroso vario, solventi, il tutto a diretto contatto con il terreno.

Secondo gli accertamenti svolti dai finanzieri, i responsabili del reato di attività di gestione di rifiuti non autorizzata, apparterrebbero ad un nucleo familiare unico. Due i membri della società denunciati, operanti nel capannone industriale con area scoperta intorno allo stabile prefabbricato e l’officina interna, la quale avrebbe materialmente prodotto i rifiuti speciali. Nessuno dei due soggetti è stato in grado di esibire al controllo le autorizzazioni al recupero degli pneumatici fuori uso previste da apposito decreto del Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, né di produrre la documentazione che giustificasse lo stoccaggio e lo smaltimento dei rifiuti.

Gli stessi inoltre erano sprovvisti del certificato di prevenzione incendi che viene rilasciato dal Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco competente, necessario quando si formano depositi di prodotti della gomma, pneumatici e simili, con quantitativi in massa superiori a 10.000 kg, come nel caso specifico. Una condotta considerata in questa fase di indagini del tutto illecita perché configura un elevato rischio ambientale e sanitario che in caso di incendio potrebbe causare.