Addio a Milva, la rossa della musica italiana

Ascolta l'audio
...caricamento in corso...
Lutto nel mondo della musica: si è spenta nella sua casa di Milano, all’età di 81 anni, Milva. La “pantera di Goro”, così l’avevano soprannominata nel suo paese d’origine, era malata da tempo. Se n’è andata nel suo appartamento di via Serbelloni, dove viveva con la segretaria Edith e la figlia, Martina Corgnati, critica d’arte. La “Rossa”, così veniva chiamata per la sua fiammante chioma, era una delle voci più apprezzate non soltanto in Italia, ma anche all’estero ed in particolare in Germania.

Una carriera internazionale la sua, tanto che cantò e recitò in ben nove lingue, interpretò Brecht in tedesco e il tango di Piazzolla in spagnolo, cantò in Giappone e Corea del Sud. Nel 2009 fu anche nominata Cavaliere della Legion d’Onore in Francia ed ebbe una Croce al merito a Berlino. Milva ha raggiunto la cifra record di oltre 80 milioni di dischi venduti in tutto il mondo ed è, ad oggi, l’artista italiana con il maggior numero di album realizzati, ben 173 tra studio, live e raccolte.

La sua è stata una carriera lunghissima, che ha spaziato dalla canzone popolare al teatro di Giorgio Strelher; ha interpretato i più grandi successi di artisti del calibro di Franco Battiato, Ennio Morricone ed Astor Piazzolla. Da ormai undici anni, era il 2010, aveva annunciato il suo addio alle scene: “Ritengo che proprio questa speciale combinazione di capacità, versatilità e passione sia stato il mio dono più prezioso e memorabile al pubblico e alla musica che ho interpretato e per quello voglio essere ricordata. Oggi questa magica e difficile combinazione forse non mi è più accessibile: per questo, dato qualche sbalzo di pressione, una sciatalgia a volte assai dolorosa, qualche affanno metabolico; e, soprattutto, dati gli inevitabili veli che l’età dispiega sia sulle corde vocali sia sulla prontezza di riflessi, l’energia e la capacità di resistenza e di fatica, ho deciso di abbandonare definitivamente le scene e fare un passo indietro in direzione della sala d’incisione, da dove posso continuare ad offrire ancora un contributo pregevole e sofisticato” aveva così salutato.