“Buchi nei filmati”: nuove indagini tecniche sull’omicidio di Giulio Regeni

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Nuove indagini tecniche sull’omicidio di Giulio Regeni. “Gli accertamenti compiuti dalla Procura di Roma e dalla Procura generale d’Egitto hanno permesso di verificare l’assenza di video o immagini relative a Giulio Regeni all’interno o in prossimità di stazioni della metropolitana de Il Cairo”. E’ quanto si legge in una nota dei due uffici giudiziari, che annunciano nuovi approfondimenti in quanto esistono “diversi buchi temporali in cui non vi sono né video né immagini”.

I filmati analizzati rappresentano infatti appena il 5% del totale ripreso il 25 gennaio 2016 delle telecamere posizionate all’interno della linea 2 della metropolitana della capitale egiziana e non soltanto quelli presenti nelle stazioni El Bohoth e Dokki, dove fu agganciato per l’ultima volta il cellulare di Regeni, nell’orario compreso tra le 19 e le 21. Il materiale era stato sequestrato solo un mese dopo l’omicidio, quando ormai era quasi interamente sovrascritto dalle telecamere a circuito chiuso.

Alle 19.41 del giorno in cui scomparve, il ricercatore italiano mandò l’ultimo messaggio alla sua fidanzata per avvertirla che stava uscendo e quella sera non si sarebbero potuti sentire. Poco dopo, alle 20.02, il suo cellulare si agganciò per l’ultima volta alla cella del quartiere di Dokki, dove viveva, prima di prendere la metropolitana e sparire. Il suo corpo martoriato sarebbe stato trovato il 3 febbraio, lungo la strada che collega Il Cairo ad Alessandria.

Una volta completati gli accertamenti finalizzati a individuare le ragioni di questi numerosi ‘buchi temporali’ dalle registrazioni video, la Procura Araba d’Egitto e quella di Roma torneranno a confrontarsi in un prossimo incontro che deve essere ancora calendarizzato per fare il punto delle indagini.